Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 9 aprile 2012

The bodyguard.

Il bodyguard del Trota, Alessandro Marmello, vuota il sacco.
«Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare».
Parola di Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi, assunto a tempo indeterminato dalla Lega nell'aprile 2011.

Nella sua intervista rilasciata ad Oggi (in edicola domani), Marmello dichiara tra le altre cose:
Ogni volta che avevo bisogno di soldi per fare benzina, oppure pagare eventuali spese per la manutenzione dell’auto, ma anche per pagare il ristorante quando ci trovavamo, spesso, fuori Milano, potevo andare direttamente all’ufficio cassa alla sede della Lega, in via Bellerio, firmare un documento che non prevedeva giustificazioni particolari e ritirare ogni volta un massimo di 1.000 euro. Anche più volte al mese [...] tra queste ricevute molte mi erano state date da Renzo per coprire sue spese personali: poteva essere la farmacia, ristoranti, la benzina per la sua auto, spese varie, cose così. Insomma, quando avevo finito la scorta di denaro andavo in cassa, firmavo e ritiravo. La situazione stava diventando preoccupante e ho cominciato a chiedermi se davvero potevo usare il denaro della Lega per le spese personali di Renzo Bossi. L’ho fatto presente a Belsito, spiegandogli che avevo pensato addirittura di dimettermi. Lui non mi ha dato nessuna spiegazione chiara.
Parole bomba. Corredate con altrettanti video girati dallo stesso Marmello.

Altro che uova di Pasqua: più le ore passano, più la sensazione è che il vaso di Pandora leghista, da poco scoperchiato, abbia appena iniziato a riservarci le sue infinite sorprese.



Abbiate pazienza ma a me viene alla mente Nicola Porro, che sabato sera, a In Onda, su La7, dichiarava che "le cartelle dei magistrati stanno creando un clima..." e aggiungeva "del resto tra qualche mese, come successo in altre occasioni, potrebbe sgonfiarsi tutto"...

No comment.

Nel frattempo, direi di metterci comodi gente: Mani Pulite 2 ha l'aria di essere appena cominciata.


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