Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 22 aprile 2012

Precise responsabilità.

Era partito così:



Poi fu la volta dei primi rumors sull'indagine Salus Iniqua, cui Vittorio Sgarbi aveva fieramente reagito così:


Infine, sulla richiesta degli ispettori della prefettura di Trapani di sciogliere l'amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose, il sindaco Sgarbi, prima aveva minacciato querele, poi si era dimesso dichiarando:
Mi sono dimesso da sindaco di Salemi, grazie agli ispettori del ministero che hanno mostrato cose di cui non mi ero accorto"
Oggi si apprende che nel rapporto del Viminale sull'indagine in questione, a firma del Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, vi sarebbe scritto chiaramente che riguardo l'infiltrazione mafiosa del comune di Salemi "il sindaco ha precise responsabilità" e si parlerebbe nientepopodimeno che di:
inerzie nell’assegnazione e gestione dei beni confiscati, formazione degli atti fuori dalle sedi istituzionali, libera determinazione fortemente ostacolata, applicazione di facciata dei protocolli di legalità.
Solo un mese fa, l'Ufficio Stampa di Vittorio Sgarbi, con una lettera al Direttore, chiedeva di rettificare un articolo apparso su Lettera 43 con queste parole:
Non vi è mai stata alcuna «infiltrazione mafiosa» nella giunta guidata da Vittorio Sgarbi che, semmai, nell’ambito dell’inchiesta Salus Iniqua, che ha portato al sequestro preventivo del patrimonio dell’ex deputato della Dc Giuseppe Giammarinaro, risulta, nel suo ruolo di sindaco, «parte lesa».
E aggiungeva:
Pertanto, scrivere di «infiltrazioni mafiose nella giunta», oltre a essere una circostanza completamente falsa, è gravemente diffamatorio.
Viene quasi da chiedersi se anche il Ministro Cancellieri riterrà le proprie conclusioni sulle responsabilità dell'ex-sindaco "gravemente diffamatorie".


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