Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 13 aprile 2012

Il fondo del barile.



Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato la riforma della Protezione Civile.

Per fronteggiare le emergenze sapete cosa è stato disposto?

Un aumento di 5 centesimi al litro sulla benzina.

Suvvia Professori: tagliamo i livelli intermedi, le tappe di avvicinamento di questo ingegnoso piano.

Passiamo direttamente all'obiettivo vero: la tassa sulla povertà.

Anzi, specifichiamo meglio: una sopraffina tassa proporzionale sulla povertà crescente.
Qualcosa tipo "più perdi più paghi".

Lo dico per voi, eh, sia ben chiaro: solo perché mi pare di capire che non riusciate più a farne a meno, che vi piaccia troppo.

"Raschiare il fondo del barile", intendo.


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