Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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martedì 26 ottobre 2010

Affinità elettive

Galassie vicine o lontane?

Sapete cos'è un sociogramma? Nelle aule di formazione, spesso e volentieri, può essere utile per capire come si relazionano fra loro i membri del gruppo aula. In sostanza è come "una foto relazionale" del gruppo. Chi sta più vicino a chi, o si sente più vicino a chi (famoso, in tal senso, è il sociogramma di Moreno).

Ebbene, vi siete mai chiesti quali relazioni di vicinanza, in termini di voto naturalmente, legano i nostri parlamentari?!

Se lo è chiesto, e continua a farlo, Openpolis (nel progetto Openparlamento), provvedendo a disegnare un intrigante grafico interattivo che mostra le "affinità di voto" fra i parlamentari.

Il risultato è davvero gustoso.

Guardate qua (ho inserito qualche didascalia dei nomi più importanti per agevolare il colpo d'occhio):



Specifico subito che Openpolis avverte correttamente:
"Presidenti e Vice-Presidenti di Camera e Senato e i parlamentari che ricoprono incarichi di governo partecipano molto meno degli altri alle votazioni pertanto la loro collocazione nello spazio del grafico risulta condizionata in misura proporzionata al numero di voti espressi e tendenzialmente vanno a collocarsi nello spazio centrale, equidistante dagli estremi".

Nonostante questo, mi sembra che qualche riflessione interessante si possa fare.
In estrema sintesi:


(1) E' confermato, stando alle votazioni, che in parlamento esistono 3 galassie principali piuttosto distinte: PD/IDV, UDC, PDL-LEGA-FLI.

(2) Il Centro in Italia esiste, è vivo e vegeto e ha una sensibilità politica (più) affine al centro-sinistra.
(3) In termini di votazioni, non si registra alcuna differenza politica di rilievo fra PDL e FLI.
(4) I leader (attuali e passati) di centro-sinistra si ritrovano ad essere un po' distanti dal gruppone di riferimento: sintomatico?

Una riflessione a parte mi sento di farla su quel pallino verde tutto a destra nel grafico: lo vedete? E' la deputata leghista Silvana Comaroli. Fu lei, nel luglio scorso, a proporre il test di italiano per gli extra-comunitari che intendono aprire un'attività commerciale. Solo? No. Propose anche che l'installazione delle insegne esterne all’esercizio stesso sia condizionato all’uso di una delle lingue ufficiali dei Paesi appartenenti all’Unione europea ovvero al dialetto locale.

Morale: di questo passo, se nel giro di qualche anno vi andrà, che so io, di fare una bella gita nella splendida Bergamo, ricordatevi di non chiedere busì (vitello) o besòt (pecora) dove l'insegna riporta bechèr (falegname), e non informatevi sulle scagne (sedie) in un negozio che riporta come insegna marengù (macellaio).
Potrebbero guardarvi male.

P.P. [Post Post] Se avete tempo (7 minuti e 30 sec.), o se per caso non l'aveste mai visto, guardatevi "l'inganno della cadrega" ai danni del Conte Dracula, in una memorabile scena dei comici Aldo, Giovanni e Giacomo. Ne vale la pena.





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