Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 3 ottobre 2010

La bestemmia di Berlusconi: in quel video c'è ben di peggio.

Lo voglio dire.

Di tutta questa vicenda dei video di Berlusconi, mi colpisce il fatto che si finisca troppo facilmente col mettere sotto il microscopio alcuni aspetti e non altri.

L'antisemitismo della barzelletta sugli ebrei, la sera prima del "io sono israeliano" è certo esecrabile. E ugualmente lo è la bestemmia nella barzelletta su Rosy Bindi.

Ma se nel primo episodio, e lo si è osservato, la cosa più grave dal punto di vista politico (anche se magari non  proprio nuova, ma del resto non lo era nemmeno la barzelletta) è decisamente la definizione dei magistrati come un'associazione a delinquere eversiva intenta a sovvertire il voto, nel secondo episodio, condannerei certo la bestemmia, ma seguirei alla lettera il consiglio di Monsignor Fisichella. 

Il Monsignore, in difesa del Premier, ha infatti affermato sulla questione bestemmia che "bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare [...] e guardare a cose più importanti".

Concordo. Guardiamo alle cose più importanti.

Nel video blasfemo, il Presidente del Consiglio italiano si trova sulla terra insanguinata dell'Aquila, a poco tempo da una delle nostre più grandi tragedie nazionali, e nonostante questo riesce ad avere la sensibilità, la forza d'animo, lo spirito e le parole per:
  1. ridere;
  2. ridere raccontando una barzelletta; 
  3. ridere raccontando una barzelletta sessista; 
  4. ridere raccontando una barzelletta sessista su una parlamentare; 
  5. ridere raccontando una barzelletta sessista su una parlamentare davanti a militari ed operatori della Protezione Civile .

I funerali per il terremoto dell'Aquila.
Un posto di tragedia e sofferenza come quello, e in quel momento, tutto avrebbe dovuto ispirare ad eccezione di becere barzellette e a tutto avrebbe dovuto far pensare fuorché a promuovere se stesso e la propria immagine di entertainer.

Ma così non è stato.

E provate a riguardarlo ora, pensando all'Aquila, a quella tragedia, ai morti, alle famiglie senza tetto.

E valutate voi se è più grave la bestemmia o, come ci suggerisce Monsignor Fisichella, il contesto in cui è stata detta.



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1 commenti:

Anonimo ha detto...

non so perché ma leggendo l'articolo mi sono venuti in mente due brani del libro Cuore del De Amicis:
1. " Non capisco, Stardi non ha ingegno, non ha belle maniere, è una figura quasi buffa; eppure mi mette soggezione. - E mio padre rispose: - È perché ha carattere. - Ed io soggiunsi: - In un'ora che son stato con lui non ha pronunciato cinquanta parole, non m'ha mostrato un giocattolo, non ha riso una volta; eppure ci son stato volentieri. - E mio padre rispose: - È perché lo stimi.
2) "utti si voltarono a guardar Franti. E quell'infame sorrise."
Prof Kien

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