Prato allagata: in un sottopassaggio hanno perso la vita 3 donne cinesi. |
Prato è una polveriera.
Questa notte tre donne cinesi hanno perso la vita in un sottopassaggio di Prato per l'allagamento dovuto al violento temporale.
Immediata la diatriba sorta attorno alla questione dell'eventuale lutto cittadino da proclamare.
Il sindaco Roberto Cenni (eletto nel 2009 da PdL, Lega, UdC), ha dichiarato, in un'intervista a Cnr media:
"Di fronte alla morte e al dolore ovviamente c'e' la massima solidarietà, pero' per stabilire il lutto cittadino ci sono molte difficoltà, dovute a vari fattori che devono essere presi in considerazione affinché non si formino precedenti che possano condizionare vicende future. Che io sappia a Prato non è stato fatto lutto cittadino né per l'assassinio di un uomo davanti all'ospedale l'anno scorso, né per la morte di due giovani in un incidente stradale un paio d'anni fa, e credo neanche nel 1996 quando tre pratesi perirono in un aereo di linea inabissatosi davanti a New York 5 minuti dopo il decollo con 650 passeggeri a bordo".
''Se dovesse essere confermato il no dal sindaco allora la parola integrazione potrà essere cancellata dal dizionario di Prato. Da oggi si potra' parlare solo di discriminazione e di guerra''Lo stesso Ye ha poi rettificato:
"È stato solo un malinteso linguistico. Il sindaco Cenni ha fatto bene a non proclamare il lutto cittadino per la morte delle tre donne cinesi: poiché il lutto cittadino non è stato dichiarato in occasione della morte di cittadini pratesi, ricordate dallo stesso sindaco, proclamarlo oggi sarebbe stata soltanto una strumentalizzazione"
Questo è il nostro futuro: vogliamo andargli incontro o costruire inutili barricate? |
Assumendosi il coraggio di una scelta difficile, che costituisse, questa sì, un precedente, da cui ripartire.
Giro questa perplessità al Sindaco Cenni.
L'articolo si intitola: Il Comune di Prato dichiara il lutto per "i nostri tre concittadini caduti".
[Aggiornamento ore 22:15: il Sindaco dispone le bandiere a mezz'asta e 1 minuto di silenzio. Un compromesso accettabile?]
[Sullo stesso tema ho scritto: 11 settembre: ieri, oggi, domani. Il futuro che vogliamo.]
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