Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 31 ottobre 2010

Discarica Rai.



Questa mi era sfuggita.

A Domenica In, il 24 ottobre scorso, è andato in onda il processo ai colpevoli della vicenda dei rifiuti di Terzigno.

Quali colpevoli? Gli abitanti del posto.

Il Governo? "Ha fatto tutto ciò che c'era da fare".

Niente da fare. Mamma Rai è sempre più matrigna...

E più il regime si avvia alla dissoluzione, più i lacchè, i servitori, i giullari alzano il tiro e la voce...

Ma finirà. Deve finire.

Anche se a preoccuparmi è il prezzo che dovremo pagare per veder chiudere, una volta per tutte, il sipario su questo spettacolo indegno.



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