Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 28 ottobre 2010

L'ombra del diavolo

Via D'Amelio, dove perse la vita Paolo Borsellino.

C'è qualcosa che mi inquieta ancor più della notizia che ieri, a Palermo, il pentito Gaspare Spatuzza ha confermato, durante un confronto all'americana, che uno 007 italiano (Lorenzo Narracci) è "somigliante" all'uomo che lui vide nel garage dove venne imbottita di tritolo la 126 che uccise Paolo Borsellino.

Sapete cos'è?

Il fatto che il Tg1 di Minzolini abbia riportato, nell'edizione delle 20 di ieri sera, che Spatuzza NON ha  riconosciuto lo 007, sottolineando soprattutto l'incertezza di un riconoscimento "definitivo" (da tenere bene a mente che Ciancimino Jr, invece, lo ha proprio riconosciuto).

E badate: non è tanto il sacrosanto diritto, ancora una volta calpestato, ad un'informazione equilibrata e corretta che, per una volta, mi fa sobbalzare.

In questa circostanza specifica, mi fa letteralmente tremare i polsi l'idea che chi minimizza lo fa palesemente per un motivo ben preciso. Ed è quel motivo ad inquietarmi, non la minimizzazione in sé.

Perché Spatuzza è quello che dichiarò che Berlusconi e Dell'Utri erano i referenti politici della mafia.

Ed è lampante che uno Spatuzza ritenuto incerto oggi, diventa più facilmente uno Spatuzza ritenuto inattendibile domani.

C'è da aggiungere altro?

Se questa è l'Italia che vogliamo...

Io comunque, per conto mio, ci tengo a dirlo: continuo a non rassegnarmi...

E a tenere desta l'attenzione.

Perché il diavolo, come cita il proverbio, si nasconde nei dettagli.

E se ancora siete dubitanti, leggete questo dettagliato articolo di Francesco Costa.


P.P. [Post Post] Questione Rai: Bersani attacca Masi "esperienza finita"; Bonaiuti lo difende "teme i risultati positivi del suo lavoro". No comment.

[Potrebbero interessarti: (1) Minzolini, la diffida dell'Agcom al Tg1 e il gioco delle tre carte.
(2) Dopo la diffida dell'AgCom a Minzolini, cosa farà il Dg Masi?]

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