Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 2 gennaio 2012

Il Giornale e la strategia della distorsione.

Vittorio Feltri: sfida all'O.K. Corral col Presidente Napolitano.
Per quanto possa risultare di difficile digestione, la lettura degli articoli del Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi è assolutamente necessaria.

Certo, la tentazione di bollare il giornalismo di Feltri e compagni come mero spam giornalistico è spesso irresistibile.

E tuttavia un'analisi attenta, che si sforzi di essere il meno emotiva possibile, può aprire degli squarci significativi su quello che è il pensiero politico di una certa destra italiana.

Questo perché il Giornale, se non è una fonte di notizie - come dovrebbe - è tuttavia una fonte preziosa di informazioni, una sorta di Osservatorio Permanente della strategia mediatica dell'entourage berlusconiano, spesso predittivo delle mosse politiche che seguiranno.

La prima pagina dell'ultimo dell'anno, infamante nei confronti di Angela Merkel, è stato un primo segnale forte.

Al riguardo Alessandro Gilioli, dal suo blog, con un bel post sui rischi del nazional-populismo, aveva lanciato l'allarme invitando a non sottovalutare quel tipo di comunicazione.

L'editoriale di oggi di Vittorio Feltri, in tal senso, è emblematico.

Tanto da dare il titolo alla prima pagina del quotidiano:


L'Oro di Napolitano, dunque.

Feltri analizza il discorso del Presidente della Repubblica.

Succo dell'articolo (per gli allergici che preferiscono starne alla larga):
  1. Napolitano “si è sbilanciato a favore” di Monti; di più, il Quirinale è diventato “una sorta di ufficio stampa e propaganda” della Presidenza del Consiglio”;
  2. Napolitano “essendosi esposto nel dichiarare che la manovra di Monti è stata provvidenziale, qualora le cose andassero male, cioè se quella manovra non desse i risultati sperati, ne dovrebbe moralmente rispondere agli italiani. In altri termini, quello in carica non si può definire esecutivo Monti, bensì esecutivo Napolitano-Monti. Questo da sabato sera è ufficiale, perché avuto il suggello del Colle”.
  3. “Non si ha notizia che Napolitano, per questioni sia etiche sia estetiche, abbia ordinato di ridimensionare le spese della «reggia» [...] E questo, i lettori ne converranno, non è bello. Di norma, quando il «principe» predica austerità e sobrietà dovrebbe praticarle lui stesso ancor prima di pretenderle dai «sudditi». Dato però che non è mai troppo tardi, invitiamo il capo dello stato a colmare la grave lacuna”.
Quello che va sottolineato in una simile comunicazione mediatica è quella che definirei la strategia della  distorsione: mera disinformazione, fatta di falsità ed omissioni furbette.

Con un duplice scopo: distogliere l'attenzione sulle responsabilità del governo precedente (Berlusconi in testa, ovviamente) e preparare al meglio il terreno del prossimo scontro elettorale, addossando ad altri le responsabilità di eventuali ripercussioni dovute alla crisi.

Se le cose andranno male, sarà dunque colpa dell'asse Napolitano-Monti, dice Feltri.

Omettendo il fatto che il Presidente del Consiglio è stato votato trasversalmente da 3/4 del Parlamento italiano, Berlusconi in testa!
Su questo, naturalmente, neppure un cenno.

Quanto al tentativo di infangare il Presidente Napolitano facendolo finire nel tritacarne della retorica anticasta, siamo alle solite: è bieco cecchinaggio della macchina del fango (stile Libero, per intenderci).

Napolitano non ha ridimensionato le spese del Colle, dice Feltri.

Come no! 

30 luglio 2011:

Ops.

Forse è avvenimento troppo recente, sfuggito a Feltri per banale dimenticanza.

Magari sarà stata l'unica volta che il Presidente Napolitano, accusato di "non ridimensionare la reggia", ha agito invece in tal senso.

Beh, nel 2011 certo no:


E prima?

Aehm... come dirlo al buon Feltri?
Parrebbe proprio di no.




2007:

Eh sì, ha proprio ragione Vittorio Feltri: "Non si ha notizia che Napolitano, per questioni sia etiche sia estetiche, abbia ordinato di ridimensionare le spese della «reggia»".

Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2012 si preannuncia un anno di lotta politica incandescente e verosimilmente drammatica.

Iniziato nel peggiore dei modi: l'attacco frontale al Presidente della Repubblica, gettato in pasto alla folla inferocita - per le angustie della crisi e per i provvedimenti “lacrime e sangue” - dal quotidiano del Presidente del Consiglio uscente, Silvio Berlusconi.

Sarà il caso di tenere alta la guardia, ne converrete.


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