Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 29 ottobre 2010

Emozioni (Battisti/Mogol): il controcanto.

Viaggio attraverso le procure: Silvio Berlusconi è davvero ovunque...


¯ Tu invocale, se vuoi: DIMISSIONI... ¯



[Il mio più sentito ringraziamento va a Il Giornale per l'aggiornamento grafico!]


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1 commenti:

Anonimo ha detto...

chissà se Totò Riina per dimostrare la sua innocenza non sia solito ripetere: "I magistrati mi perseguitano: è un vero complotto contro di me, una macchinazione infernale! Volete la prova? Non un ergastolo mi hanno affibbiato, non due, non tre ma addirittura dodici, dico dodici, ergastoli signori miei!"
Prof. Woland

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