Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 24 settembre 2010

Aspettando le verità di Fini su Montecarlo (e il compleanno di Berlusconi).

Fra qualche ora sapremo.
Per chi scotta la patata?!

Sapremo, almeno, le verità di Fini, che ha annunciato di dire di tutto e di più via web.

Sapremo a chi resterà in mano la patata bollente, che più o meno abilmente, più o meno maldestramente, si stanno passando di mano in mano, da più di un mese, i pasdaran mediatici di Re Silvio da un lato e i tigrotti finiani della Malesia dall'altro.

E quindi resterà in mano a Silvio o a Gianfranco?

Curiosamente, il Premier sta accusando un problema proprio alla mano, forse al punto da operare: ironia bizzarra della sorte? 

Lo sapremo. Presto o tardi.

L'amara constatazione è che i veleni che stanno montando come panna scaduta da più di un anno (caso Boffo e dintorni) sono l'emblema dell'abisso morale in cui è stata precipitata l'Italia negli ultimi 15 anni.

Che finale ci aspetta?
In cauda venenum, dicevano nella Roma antica: il veleno è nella coda. E dunque, c'è da sperarlo (ma anche un po' da temerlo), la fine è probabilmente vicina.

Il regime sta lentamente implodendo.

A che prezzo?

Chissà.

Nel frattempo il 29 settembre¯seduti in quel caff诠di Montecitorio, Silvio parlerà.

Attenzione: forse la notizia sta passando un po' in sordina, ma a quanto pare non chiederà formalmente la fiducia sul suo discorso.

Segnale interessante, no?

Segnale che la tensione cresce e che il Sire di Arcore sente il proprio futuro sempre più incerto.

Certo sarebbe singolare, che proprio il 29 settembre, il giorno del suo compleanno (e anche di quello di Bersani!), Silvio Berlusconi inciampasse seriamente sul suo cammino legislativo e venisse meno la maggioranza.
Potrebbe persino interpretarsi, qualora dovesse accadere, come un segno del destino: l'inizio del tramonto nel giorno in cui fu l'alba.

Mancano 5 giorni. 

Il bubbone di Montecarlo sembra dover scoppiare proprio sul limitare di quella che potrebbe diventare una data fatidica.


Nella Repubblica delle banane, una buccia ci salverà?

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