Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 20 settembre 2010

Dopo il documento di Veltroni e i 5 punti di Berlusconi: la lettera di Mr. X.

Finalmente un programma condivisibile. Di chi è?


Da una lettera aperta pubblicata oggi sul Fatto Quotidiano on line:
"Serve immediatamente una rigorosa norma anticorruzione e non è più rinviabile la concessione di diritti pieni di cittadinanza a tanti bambini e ragazzi nati in Italia da genitori regolarmente qui residenti e che si sentono, e sono, “nuovi italiani”. Allo stesso tempo non è più rinviabile una rigorosa iniziativa politica e parlamentare sulla libertà d’informazione e sul conflitto d’interesse.
Eppoi occorre porre rimedio con il reperimento di adeguate risorse, agli enormi problemi della scuola pubblica, della ricerca e dell’Università se vogliamo costruire percorsi di superamento del declino nazionale, come attenzione e sostegno non potranno mancare a misure straordinarie adeguate per le forze dell’ordine e per la magistratura.
Essenziali poi nuove politiche culturali e ambientali, al fine di salvaguardare e rilanciare il più grande patrimonio, e la più grande risorsa dell’Italia".

Avanti, si accettano scommesse. Chi l'ha scritto?

Veltroni?

Negativo.

D'Alema?

Macché.

Bersani?

Magari.

Nichi Vendola?

Proprio no.

Di Pietro?

Neppure.

Beppe Grillo?

Assolutamente no.

Vi arrendete?

Ok, ve lo dico: Fabio Granata, Futuro e Libertà, in una lettera aperta a Fini.

Che merita di essere letta. Anche se viene proprio da dire: "Beati monoculi in terra caecorum".
Fabio Granata, di Futuro e Libertà: sua la lettera a Fini.

E tuttavia, mentre il mio cuore, con automatismi non raziocinanti, continua a battere a sinistra, mi sorge il dubbio che una speranza per questo paese tutto sommato ci sia, se qualcuno a destra dichiara un'idea dell'Italia per nulla opposta, nei suoi valori fondamentali, alla mia.

E faccio un appello: c'è qualcun altro, là a destra, che la pensa così? Se sì, alzi la voce: è giunta l'ora!

E aggiungo: ci vuole così tanto, alla nostra sinistra, per esplicitare un progetto concreto su basi simili?

In fretta, però.

Non vorrei che alle prossime elezioni mi venisse voglia di votare Granata!


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1 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Italia è l'unico paese al mondo così a destra, che le uniche cose di sinistra le dicono gli ex fascisti. Poveri noi!

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