Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 8 settembre 2010

Bossi: sfiducia della Lega possibile. E Berlusconi trema.

Bossi fa tremare Berlusconi: la Lega può sfiduciare il governo.


Cronaca di un voto annunciato.


Ci siamo. Le manovre per le elezioni sono ufficialmente iniziate.

Fini esce dal Pdl e aderisce a Futuro e Libertà.

Bossi dichiara che la Lega potrebbe non votare la fiducia sui 5 punti e che il voto è l'unica vera via d'uscita a questa situazione.

Berlusconi prolunga il silenzio ufficiale (mentre ufficiosamente trapela che avrebbe affermato "no al voto, garantiamo il governo del fare", fonte Adnkronos).

Gli altri attendono, chi alzando i toni (Grillo, Di Pietro), chi sornione (Casini), chi non sapendo se e quanto dire, quando, come, su che cosa e soprattutto con quale voce (PD).

La situazione non è affatto rosea.

La Lega, come ho scritto in altre circostanze, è l'unica forza politica pronta al voto.

Berlusconi continua a tacere.

Questo silenzio, a pensarci bene, è del tutto anomalo. Proprio lui, che ama rispondere per le rime e brandire i media come detonatori delle proprie dichiarazioni, tace.

Non una sola risposta politica alle tematiche messe sul tavolo da Fini a Mirabello.
Niente richiamo alle elezioni.

Conoscendolo, verrebbe da dedurne che i sondaggi post Mirabello (quanti ne avrà commissionati?) non solo non siano a lui favorevoli, ma anzi stiano indicando un evidente rafforzamento di Fini a danno del PdL.

E allora sgomento. Silenzio. Alle urne (sempre usate fino a qualche giorno fa come arma di ricatto) meglio di no.

Pare di sentirlo, Silvio, rimuginare incredulo: facciamo passare le ore, i giorni. Magari qualcosa cambierà.

Quello che è certo è che mai come ora Berlusconi si sente accerchiato.

Attenzione: non dal PD, che tra una festa democratica e l'altra deve ancora realizzare che si sta per andare al voto e che è il caso di darsi uno straccio di organizzazione interna.
Non da Udc, Di Pietro, Grillini e quant'altro, che sono sicuramente percepiti come un debole solletico.

Berlusconi si sente accerchiato.
Silvio è braccato dai suoi. E sente che lo smottamento è iniziato.

Bossi vuole le elezioni, Fini è pronto alla battaglia sull'eredità del PdL, che si preannuncia dagli esiti non scontati.

Per la prima volta dai tempi del ribaltone di Bossi, il fiato sul collo viene dall'interno del centro-destra. E questa, per Berlusconi, è forse la peggiore delle situazioni.

Perché lui che è abituato ad alzare i toni ed agitare fantasmi, ora è consapevole che alzare la voce contro Fini potrebbe paradossalmente diventare un boomerang.

Ed ecco il silenzio. Addirittura l'annuncio che parlerà ufficialmente il 3 ottobre, alla manifestazione del PdL a Milano.

Il 3 ottobre. Fra quasi un mese. Mai accaduto.

Il fatto è che serve tempo.

Per capire.

Per prepararsi.

E poi c'è quella data, il 14 dicembre: la Consulta, salvo rinvii, dovrebbe esprimersi sul legittimo impedimento. E Berlusconi potrebbe ritrovarsi senza scudo politico-giudiziario.

Sarà un autunno difficile.
Il re teme la corsa alla successione.

Il re sa che la fine non è ancora arrivata...

Ma echi di "lunga vita al re" sembra già di udirli, fruscii portati dal vento, sibili che si insinuano sotto le porte, dalle fessure dei muri.

E il ricordo di Craxi si affaccia all'orizzonte con un'inquietudine sempre più strisciante.


Potrebbe interessartiFini a Mirabello: discorso e malore. Vediamo perché.

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2 commenti:

Unknown ha detto...

Il tempo viene...per chi lo sa aspettare
(Elias Canetti)

Anonimo ha detto...

"Garantiamo un governo del fare..." se proprio questo governo deve restare speravo almeno che si astenesse dal fare.Sta dunque per venire il peggio?
Prof. Woland

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