Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 29 settembre 2010

Dopo Bossi, Calderoli: Roma ladrona... ma non i romani!

La mia faccia l'ho persa: ora tocca a te!
Non so. Ultimamente seguo con difficoltà alcuni passaggi logici dei politici leghisti (sarà perché sono romano?!).


Ieri Bossi dichiara che al nord SPQR vuol dire Sono Porci Questi Romani. 


Oggi tocca al Ministro per la Semplificazione Calderoli.


Che ha (e)semplificato al punto da far pensare che si sia perso qualcosa per la strada, per eccesso di sintesi.

Quando oggi, infatti, gli hanno chiesto la prima parola che gli veniva in mente associata a "Roma" ha risposto pronto: "ladrona".

Poi però ha attenuato, affermando: “ma i romani non sono ladroni". E riferendosi a Bossi ha dichiarato che entrambi alludono a Roma "in termini di palazzo". [Fonte: giornalettismo.com].

Ah ecco, ora ci sono. Roma quindi come simbolo del palazzo.

Però scusate, fatemi capire meglio: Palazzo dunque come Montecitorio o, appunto, come Palazzo  Madama?

Perché se è così, correggetemi se sono in errore, questi signori, dico Umberto Bossi e Roberto Calderoli, quelli che alludono al palazzo... sì insomma  i due Ministri della Repubblica italiana, ebbene ambedue con le loro esternazioni e i loro epiteti si riferiscono a quei palazzi dei ladroni all'interno dei quali lavorano?!

Parrebbe proprio. 

Beh, che dire? Se è così, allora è tutto chiarito e i romani possono dormire sonni tranquilli: ogni riferimento leghista a cose o persone realmente orbitanti nell'area romana...
... è puramente autobiografico.



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1 commenti:

Anonimo ha detto...

la cosa che davvero non si riesce a digerire è la gratuità di queste esternazioni: non c'è alcun bisogno di far leva sugli istinti peggiori dell'uomo (paura degli emigrati, razzismo etc): i leghisti il loro voto lo darebbero lo stesso a Bossi. Nel marasma in cui versa l'Italia il si salvi chi può se non condivisibile è comprensibile. Perché io lombardo dovrei dannarmi l'anima per salvare i sardi, i pugliesi, i siciliani,i campani? che per di più votano Berlusconi?
Prof.Kien
P.S. sarà bene che specifichi che sono romano.

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