Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 6 settembre 2010

Fini a Mirabello: discorso e malore. Vediamo perché.

Un Fini teso ma in forma a Mirabello.


Solo calo di zuccheri, a quanto pare, dopo il discorso fiume di Fini a Mirabello. Ma dietro la notizia "smentito il malore" si nasconde la verità di un Fini molto provato a fine discorso, com'è naturale.
Un'energia consumata in primo luogo dall'emozione, evidente specie in alcuni passaggi e del resto esplicitamente dichiarata fin dall'inizio, e poi sicuramente dalla sensazione che le parole pronunciate avrebbero avuto un impatto importante (decisivo) sulla politica italiana dei prossimi mesi.

Così è stato.

Il discorso, che nel post di ieri ho riassunto in 30 punti chiave, è stato vibrante

Specie nei confronti di Berlusconi: dall'accusa di stalinismo per l'atteggiamento ostracistico nei suoi confronti, a quella di considerare i parlamentari come sudditi o clienti della Standa, a quella di comandare piuttosto che governare.

Discorso con alcuni passaggi su temi importanti: disoccupazione, mezzogiorno, famiglia, economia.

Più il richiamo alla buona politica.

Le reazioni sono state tante e diversificate, ma tutte fanno capire l'importanza del momento. Avvalorata dal fatto che, al momento in cui scrivo, Berlusconi non ha ancora reso alcuna dichiarazione al riguardo (si parla di un incontro fra i vertici del PdL e della Lega previsto per la serata).

Qual è in definitiva il significato che sta dietro al discorso di ieri di Fini?

Fini ha detto: da oggi c'è un patto per la legislatura
Il PdL non c'è più
Futuro e Libertà incarna il vero spirito del PdL.

Estrapolando questi passaggi, l'analisi mi sembra piuttosto immediata: Fini, da ieri, si candida non solo come l'alternativa politica a Berlusconi, in termini di leadership, nel centro-destra, ma si proclama unico vero portatore dei valori fondanti del PdL.

L'operazione è chiara: è cominciata la missione "cambio al vertice".

Ecco spiegate le titubanze e la prudenza di alcuni passaggi (tipo "il governo su tante cose ha fatto bene", "sono favorevole ad una forma di tutela per il Premier", ecc.).

Fini non parla ai suoi, da secessionista : parla, da ieri, come il detentore dei principi democratici del centro-destra italiano di cui si proclama leader del futuro

Un nuovo leader per il PdL?
Da un sondaggio Ispo (fatto da Mannheimer per il Corriere della Sera), prima del discorso Fini si sarebbe attestato al 6,3%. Un risultato indubbiamente di tutto rispetto, per un partito ancora non nato.

E dopo il discorso? Chissà.

Fatto sta che l'erosione ai voti del Pdl e la rincorsa alla nuova leadership è formalmente cominciata da ieri sera.

Questa è la mia lettura dei fatti, almeno.

Voi come la vedete?



Se hai gradito l'articolo, potrebbe interessarti anche: Il discorso di Fini a Mirabello: a caldo i 30 punti fondamentali.




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3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi". Qualunque sia lo scopo di Fini non ci resta che sperare nella veridicità di questo proverbio.
Max

Unknown ha detto...

grazie per la sintesi in 30 punti del discorso di Fini: non avevo potuto sentirlo in diretta. Ho visto solo gli ultimi minuti e devo dire, al di là di ogni considerazione politica, che l'immagine della mano tremante di Fini sul bicchiere d'acqua mi ha colpita e commossa. Mostrava la fragilità dell'uomo impegnato in un atto quasi eroico:quel tremore della mano palesava il battito forte del suo cuore. Speriamo che quella emozione sia l'inizio di un ritrovato sentimento di veri ideali.

Anonimo ha detto...

Fini ha tradito anche gli elttori di FLI: non si è ancora dimesso.

Io non voterò mai più FLI

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