Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 30 settembre 2010

Fiducia incassata? Non solo quella.

Numeri immaginari... o numeri reali?
[Aggiornato il 5 di ottobre]

Oggi do i numeri.

Dovrei parlare di un abominevole Ciarrapico. Dovrei commentare il sempre più irrimediabilmente uguale a sé stesso "Berlusconi". Dovrei spendere due parole sul linguaggio (non sui contenuti, che trovo inappuntabili) dell'intervento in aula di Di Pietro.

Invece do i numeri.

Sono100 al Senato e 240 alla Camera i parlamentari a rischio pensione.

Da questa legislatura, infatti, per effetto di un provvedimento del Governo Prodi, ora esecutivo, non sono più sufficienti i 2 anni e 6 mesi per acquisire il diritto ad una pensione vitalizia.
Ci vogliono 5 anni pieni (raggiunti anche con la somma di più periodi di diverse legislature)

Questo significa che per 340 nostri parlamentari il rischio di perdere il privilegio se la legislatura non si conclude e non vengono rieletti è alto.

Quanto questo può influenzare la tenuta del governo e le eventuali richieste di fiducia?

Difficile dirlo, ma stando a qualche dichiarazione (tenuta anonima per ovvi motivi) degli interessati, pubblicata dal Sole 24 ore il 5 di ottobre, il problema esiste.


In quanti sono dunque disposti a votare la fiducia ad oltranza per non rischiare che le camere vengano sciolte anzitempo?

Questi numeri non li sappiamo. Ma sappiamo che potrebbero essere (o sono già stati) decisivi. E che non è certo questo il metro con cui un parlamentare dovrebbe dare il suo voto di fiducia ad un governo in carica.

Per questo, il mio più sentito V-post a quanti, eletti per il bene pubblico, agiscono in nome della casta, finendo col rappresentare, più di di tutto e prima di tutti, se stessi.



[Potrebbe interessarti: L'Idv voleva abolire l'assegno vitalizio. Risposta? Casta che ti passa!]

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