Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 10 settembre 2010

Berlusconi a Yaroslavl: Fini mira all'aziendina politica; i magistrati attentano al governo.

Berlusconi ha parlato. Purtroppo.

Così parlò Berlusconi.

Il premier ha rotto il silenzio (troppo facile la battuta, quindi mi astengo!).

Dopo la dichiarazione (un po' inquietante) della serie: "Avremo i numeri. Governeremo per tre anni" (promessa o minaccia? Fate voi), e il dietrofront di Bossi ("Voteremo la fiducia", con annesso messaggio ai suoi "il federalismo è fatto, preparate i festeggiamenti"), Berlusconi è volato in Russia, dall'amico liberale e  anticomunista Putin e, partecipando ad un Forum sugli standard democratici (giuro, è così!) ha affermato (Fonte: Adnkronos):

La magistratura ha ritenuto di poter ancora svolgere una sua opera mettendo sotto accusa con accuse assolutamente inventate i protagonisti della vita politica e quindi mettendo a rischio la governabilità del PaeseQuesta è una situazione di oppressione della vita del cittadino ed è qualcosa che in una democrazia non può essere accettata, non deve accadere.

E ancora:


Ho dato una rassicurazione ai miei due amici che mi hanno chiesto: ma che succede in Italia in questi giorni? Li ho rassicurati: sono piccole questioni di professionisti della politica, che vogliono avere la loro aziendina per poter contare nella politica, ma che non toccano la governabilità del Paese.

In sintesi: il Premier bolla i magistrati come pericolosi eversivi che attentano alla stabilità del Governo e Fini come un opportunista che ha voluto ritagliarsi il proprio spazio politico.

Immediata la reazione di Granata (Futuro e Libertà): "Fini fa politica ed è un leader politico, quindi non si occupa di aziende né di affari, a differenza di molti nel Pdl, ad iniziare da Berlusconi. Per quanto riguarda la magistratura va difesa e sostenuta, soprattutto va rispettata, perché rappresenta un baluardo contro le mafie, le cricche e i sistemi criminali". "Per questo le parole di Berlusconi sono inaccettabili e politicamente gravi."

Cosa c'è di nuovo nelle dichiarazioni di Berlusconi? Non molto, in effetti.

E tuttavia è interessante notare come venga minimizzata dal Premier la crisi in atto nel nostro paese, nel tentativo di far passare uno dei momenti più caldi della politica degli ultimi anni come una tempesta in un bicchiere d'acqua.

Soprattutto, va osservato come suoni piuttosto sconsolante che un Primo Ministro, invece che parlare ad ampio respiro di democrazia in un contesto internazionale, rappresenti al solito soltanto sé stesso e la sua visione berluscocentrica, parlando delle sue personali battaglie giudiziarie e screditando le istituzioni cardine del paese che governa, mentre al tempo stesso favorisce il messaggio di un dissidio insanabile e ingestibile nei rapporti fra chi detiene il potere esecutivo e chi  detiene quello giudiziario.

Lo confesso, ho fatto un sogno: il nostro era un paese in cui il Presidente del Consiglio ragionava in termini di valori e non di valute. 

Un Primo Ministro interessato ad inseguire serenità per tutti, piuttosto che Letizia per sé.

Un Premier capace di moltiplicare pane e pesci, piuttosto che tartarughe e farfalline.

Un Capo del Governo interessato più a toccare grandi temi che grandi tette.

I sogni sono sogni, lo so, e spesso sono difficilmente realizzabili.

Ma che ci volete fare.

Noi estremisti e conservatori, come dice Brunetta, siamo così.

Un po' Rosselle O'Hara della politica, ci piace credere che domani sarà davvero un altro giorno.



[Approfondimenti: Human Rights Watch sulla Russia "democratica", segnalazione che devo al blog di Luca Meneghel]


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