Sui Rom, Berlusconi d'accordo con Sarkozy. |
Riassumiamo rapidamente la questione.
L'Unione Europea comincia a seguire la vicenda, dichiarandosi vigile nell'osservare se le norme riguardo la libera circolazione dei cittadini europei vengono salvaguardate oppure no.
Viviane Reding |
Sulla questione, interviene ieri (15 settembre) Silvio Berlusconi. Il Premier si schiera con Sarkozy affermando: "Il problema dei rom non è specificamente francese. Riguarda tutti i Paesi dell'Europa. La questione dei rom - aggiunge - non è la sola che deve affrontare l'Europa: c'è anche l'immigrazione clandestina, l'Italia è particolarmente esposta per il fatto di avere le coste molto estese."
La domanda è: l'intervento di Berlusconi è solo una sponda all'amico Sarkozy, o rivela una chiara concezione politica nei confronti dell'immigrazione?
Ripeschiamo qualche dichiarazione di repertorio del nostro Premier.
11 maggio 2009: "la sinistra quando governava il paese ha aperto le porte all’ingresso degli immigrati clandestini. Sognavano un’Italia multietnica. Noi sogniamo una nuova realtà, nella quale saranno accettati solo gli stranieri che hanno diritto di chiedere asilo politico"
13 febbraio 2010: "i clandestini non sono benvenuti, ma le ‘belle ragazze’ possono restare".
La parità sostanziale dei diritti fondamentali della persona fra cittadini italiani da una parte e immigrati extracomunitari regolari dall’altra (il termine “cittadino straniero” sta appunto per non appartenente all’Unione europea).
E, inoltre, il riconoscimento anche per gli immigrati extracomunitari privi di permesso di soggiorno del diritto di fruire degli interventi sociali, assistenziali e sanitari “urgenti e indifferibili”, tutelati dalla Costituzione e dalle norme internazionali.
Basti pensare che il tasso di criminalità degli immigrati regolari, in Italia, è poco più alto di quello degli italiani ed è addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni.
La civiltà multietnica, con buona pace del Premier, è un esito certo dell'umanità. E' un treno già partito, già in corsa, ed è impossibile fermarlo.
Integrazione: un futuro scontato. Da costruire. |
Il futuro si costruisce non con i salti all'indietro o con le barricate, ma gettando ponti là dove ci indica la lettura del presente.
Altrimenti rischiamo di fare come quel famoso proverbio orientale che recita: "Quando il dito indica la luna, lo stolto guarda il dito"
[Sul tema dell'accettazione, ho già scritto: 11 settembre: ieri, oggi, domani. Il futuro che vogliamo.]
Alcune informazioni, poi, le ho tratte da questo post di Corrado Giustiniani]
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1 commenti:
Nel 383 Agostino di origine berbera venne dall'Africa (precisamente dall'attuale Algeria) a Roma per insegnare retorica. Rimase disgustato dall'esperienza e allora fece domanda per insegnare come professore a Milano. La domanda fu accolta (Bossi non c'era) e Agostino si trasferì a Milano dove conobbe Ambrogio. Inizia così il percorso che lo condurrà ad essere Padre, Dottore e Santo della Chiesa cattolica. E' triste pensare che per un algerino (nero) fosse più facile venire in Italia (in Europa) 15 secoli fa che ora, nel 2000. Povera umanità.
Massimo
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