Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 23 novembre 2011

Il lassativo del Caimano.


Jamie Oliver è un personaggio molto noto nel Regno Unito: cuoco, ristoratore, conduttore televisivo di programmi culinari di successo, si è imposto nel panorama mediatico britannico come strenuo difensore del mangiar sano nelle scuole statali, tanto da indurre la politica ad inserire la questione nell'agenda delle problematiche da affrontare.

Non a caso, per questo suo impegno, è stato addirittura nominato come "la personalità politica di maggiore ispirazione del 2005".

Non è uno qualsiasi, insomma.

Ebbene, intervistato in un programma televisivo canadese, Oliver ha raccontato un gustoso aneddoto relativo al G20 di Londra.

Sì, proprio quello dell'aprile del 2009.

Il summit in cui Berlusconi riuscì in un colpo solo a:
- fare il solito siparietto durante la foto di gruppo e poi farsi riprendere dalla Regina Elisabetta per aver alzato sguaiatamente la voce  chiamando Barack Obama;
- dire al Presidente Obama che gli Stati Uniti dovevano tirarci fuori dalla crisi perché la colpa delle nostre difficoltà era tutta loro;
- minacciare una giornalista che stava scrivendo una sua simpaticissima battuta ("i ministri nel frattempo stavano al cesso") dicendole "Cosa scrivi? Guarda che ci sono a casa mia le riunioni per la Rai, eh: stai attenta!".
Beh, in occasione della cena di quel G20 Jamie Oliver - che era uno degli chef - ricorda che era presente anche Noemi Campbell. E che lui, in un certo momento della serata, si ritrovò ad avere giusto 3 secondi per avvicinarsi alla top-model e conoscerla. 
Peccato, ha raccontato Oliver, che Berlusconi lo spostò letteralmente di peso proprio mentre stava per presentarsi, facendosi avanti lui e lasciando alla Campbell il suo numero di telefono scritto su un bigliettino.

Oliver ha concluso ricordando che quella sera, fortunatamente, aveva portato con sé dei lassativi.

Food revenge, ha chiosato l'intervistatore divertito. La vendetta del cibo...

Sapete una cosa? Ora che Berlusconi si è dimesso, a veder sghignazzare due personaggi televisivi stranieri sul Presidente del Consiglio italiano sembra quasi di assistere ad uno sketch surreale.

Eppure gli ultimi 18 anni della nostra vita politica sono stati una triste realtà, mutata da sole due settimane.

Una realtà da non dimenticare. 

Da decifrare in ogni suo dettaglio, in ogni sua forma, in ogni sua espressione.

Per evitare di ritrovarci nuovamente, un giorno o l'altro, nella medesima condizione in cui abbiamo vissuto tutti noi negli ultimi 18 anni.

Cioè come Berlusconi quella sera. 

Col lassativo nella minestra.

[Di seguito il filmato originale dell'intervista di Oliver].




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