Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 28 novembre 2011

Il ladro di ombrelli.


Chi sarà mai il misterioso ladro che da qualche mese saccheggia Montecitorio facendo incetta degli ombrelli dei nostri poveri deputati?!

Sarebbe davvero interessante saperlo.

Magari è un singolare Robin Hood della pioggia, che caritatevolmente rifornisce i più bisognosi di un piccolo riparo nelle giornate di maltempo.

O forse è un comune cittadino che, a modo suo, vuole lanciare un segnale di protesta alla Casta (il famoso "gesto dell'ombrello"...).

Certo se si scoprisse invece che a sottrarre furtivamente decine di ombrelli in pochi mesi è stato un deputato della Repubblica Italiana, delle due l'una.

O il primo requisito con cui oramai viene scelta la classe politica è l'innata tendenza alla cleptomania.

O questa nostra smania di chiedere a gran voce che vengano eliminati i privilegi della Casta sta facendo sì che qualcuno (o magari molti... o forse tutti?!) si stia preparando a farcela pagare.

Mettendo in atto la famosa metafora di Altan:

Per non saper né leggere né scrivere, date retta a me: non abbassate la guardia.

E diffidate da chi si aggira serafico, con un ombrello in mano, nei pressi di Montecitorio.

Non si sa mai.


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