E però, però.
C'è anche il meno buono, si diceva. Ed è un meno buono che fa storcere il naso a molti. Guarda caso soprattutto a sinistra.
Del resto se Vittorio Feltri loda il buon Matteo, ci dovrà pur essere qualcosa che non va, no?!
Pregiudizi a parte, provo ad elencare qualche elemento che mi pare ascrivibile alla categoria del "meno buono".
Meno buona mi pare l'impronta personalistica data all'evento.
Meno buona mi pare l'esclusione a tavolino degli storici rappresentanti di quell'universo di "non attempati" che pure avevano iniziato l'avventura da moschettieri, nel motto tutti per uno/uno per tutti: penso a Pippo Civati e a Debora Serracchiani.
Meno buono mi pare il niet alle bandiere del PD alla stazione Leopolda, dal momento che Renzi è sindaco espresso dal Partito Democratico e eletto dagli elettori del Partito Democratico, oltre a dare mostra lui stesso di voler suscitare una riflessione "nuova" proprio all'interno del Pd (o forse non più?!).
Meno buona mi sembra la strategia (o la tattica) per cui si cavalca l'onda del malcontento puntando su una comunicazione mediatica che pretende di toccare tutti i nodi fondamentali della protesta (e delle critiche al centrosinistra): Renzi si presenta infatti come l'incarnazione dell'antipolitica, dell'anticasta, dell'antileaderismo, dell'anti-antiberlusconismo, e via dicendo.
Meno buono mi sembra l'atteggiamento di chi come Renzi, con le 100 proposte nel cassetto, alla richiesta di Fazio (a Che Tempo che fa) di elencare appunto qualche proposta concreta risponde: "innanzitutto è una questione di metodo (segue discorsetto sul metodo e poi:)... c'è bisogno di tornare a parlare di problemi concreti".
Ma anche qui mi chiedo: è davvero Renzi la causa di quel clima?
O forse il momento storico del "se non ora quando?", l'approssimarsi della fine dell'era Berlusconi, le piazze di Pisapia e De Magistris sono invece il segno di una rinnovata passione civica che porta la gente a seguire con interesse e curiosità un po' tutti i fermenti in atto non appena se ne presenta l'occasione (e dunque, sulla scia, anche gli eventi tipo il Big Bang di Renzi)?
E mi chiedo ancora: mettere su un palco qualcuno senza capelli bianchi, un po' simpatico e con la battuta pronta, affiancandogli Alessandro Baricco per i testi e Giorgio Gori per la scenografia, fa di quel "giovane" - Renzi in questo caso - l'homo novus della svolta?
Non saprei.
Quello che so è che gli indizi meno buoni mi sembrano un po' troppi.
E a quelli già menzionati, se ne aggiunge purtroppo un altro, per nulla edificante.
Il fatto cioè che un giovane "vero", il 27enne Segretario Metropolitano del PD, Patrizio Mecacci, in 3 giorni di convention non sia riuscito ad iscriversi a parlare sul palco.
E al riguardo si è appreso che, casualmente, pochi giorni prima dell'evento, Mecacci aveva osato (qui il filmato: dal minuto 16 e 30) parlare in modo "critico" della corsa solitaria del suo Sindaco nell'organizzazione del Big Bang.
Non so: continuo ad avere la sensazione che la svolta renziana non stia nascendo propriamente sotto i migliori auspici.
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