Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 26 novembre 2011

Viva la demagogia!


Fortuna che gli 'amici' del Giornale vigilano senza tregua sui soprusi e le ingiustizie perpetrate ai danni dei cittadini italiani dai nostri politici.

Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano, ha "requisito" i consueti biglietti omaggio in possesso del Comune per la prima della Scala - il prossimo 7 dicembre - disponendo che siano normalmente messi in vendita e che parte dei proventi vada alle zone alluvionate di Liguria e Toscana (e un'altra parte alla Fondazione Scala e a "progetti per la città").

Parliamo in tutto di 110 biglietti: 62 tagliandi di platea (2.400 euro) e 58 di palchi (prezzi da 840 a 2.400 euro).

Ebbene prontamente il Giornale ha titolato:


"Demagogia pura", chiosano, perché, essendo presenti le più alte cariche dello Stato:
La sera di Sant’Ambrogio, pertanto, non potranno non essere al Piermarini, dovranno, anzi, necessariamente esserci, anche i massimi rappresentanti dello Stato a Milano, civili e militari. I quali, evidentemente saranno costretti a mettere mano al libretto degli assegni per pagarsi di persona i 1800 o 2000 o 2400 euro del biglietto.
E già, saranno davvero problemi seri per i poveri "rappresentanti dello Stato, civili e militari".

Siamo certi che saranno costretti ad accendere un mutuo, se decideranno di essere ligi al loro "dovere".

E siamo certi che iniziative come questa - e come altre della nuova amministrazione Pisapia (come ad esempio le luminarie natalizie a costo zero) - faranno letteralmente insorgere i cittadini di Milano.

Che presto si riverseranno in Piazza Duomo in segno di protesta, gridando allo scandalo.

Insieme ai massimi rappresentanti dello Stato, civili e militari, lesi nella loro dignità, oltre che nel portafoglio.

In Piazza Duomo mancheranno forse giusto gli alluvionati.

Che potrebbero non avere la possibilità - né la voglia  - di fare un salto a Milano per inveire contro un sindaco demagogo.

Ma saranno lì idealmente, col pensiero, insieme a tutti i numerosissimi manifestanti e naturalmente agli amici del Giornale, in difesa dei più elementari diritti.

I diritti dei più forti.


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