"La ragione è un'isola piccolissima nell'oceano dell'irrazionale" (Immanuel Kant)
Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!
La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".
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Disprezzo delle norme costituzionali (primo: il voto è segreto; secondo: in cabina elettorale si entra da soli).
Doppio senso allusivo: "facciamolo insieme".
Sesso in un contesto istituzionale.
Lo stile è inequivocabile e inconfondibile:
Vladimir Putin ha avuto davvero un ottimo maestro a quanto pare.
Cicerone diceva: "pares cum pares facillime congregantur", cioè "ci si aggrega con i propri simili con grande facilità".
Nel giorno delle (promesse) dimissioni di Silvio Berlusconi, il mio augurio per la Russia - al voto il 4 dicembre prossimo - è che i simili in questione possano condividere, un'ultima volta, la medesima sorte.
Scomparendo praticamente all'unisono dalla scena politica internazionale.