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Nel film erano 12: nell'Italia di oggi sono saliti a 20. |
Facciamo una scommessa? Quanti conoscevano Francesco Nucara, prima dell'annuncio "salva-maggioranza" di ieri sera? Ho idea che non fossero così tanti!
Ebbene Nucara è il segretario del Partito Repubblicano Italiano. E ha "promesso" che Berlusconi non cadrà, perché sono pronti 20 uomini prodi (con la p minuscola) pronti a votare compatti col PdL; una sporca ventina (questioni di inflazione) che a sprezzo dell'onore terranno a galla il governo, a fine mese, in occasione del voto sui 5 punti, tappando l'eventuale falla dei finiani in (imprevedibile) libera uscita.
Subito qualche numero sull'On. Francesco Nucara (fonte, al solito, OpenPolis):
Presenze:
41, 83% (media parlamentare 76,09%);
Assenze:
20, 55 (media parlamentare 15,24%);
Missioni:
37,62% (media parlamentare 8,68%).
Indice di
attività parlamentare (da 0 a 10):
0,59.
Classifica relativa all'attività parlamentare:
475° su 630.
In sintesi: spesso in missione, più assente della media, presente la metà della media parlamentare.
Nucara è segretario del PRI dal 2001.
Sorprendente l'innocente candore che trapela nelle sue dichiarazioni (fonte Adnkronos):
"Berlusconi non mi deve niente e sono io che devo qualcosa a lui. La gratitudine e la riconoscenza sono valori importanti"
e ancora:
"Se non fosse stato per Berlusconi oggi non sarei segretario del Pri".
Davvero commovente, no?
Ve lo confesso: al di là dei sentimentalismi (e degli affetti che ognuno è libero di avere nei confronti di chicchessia) ritrovo in queste dichiarazioni, personalmente, tutto il senso della degenerazione della politica degli ultimi anni.
La politica delle amicizie, dei nepotismi, dei debiti di riconoscenza, delle cordate di interesse. Il peggio, insomma, dei mores italici.
Vorrei sapere in tal senso: ma un politico, nell'esercizio delle sue funzioni (o finzioni?) non deve rispetto esclusivamente ai suoi elettori? Perché se è così, aspettando i nomi dei 20 probi homines, vorrei capire se la tanto sbandierata volontà popolare conta soltanto nell'ipotesi di maggioranze alternative a quella attuale, mentre va a farsi benedire per i parlamentari eletti in altri schieramenti , per i quali è considerato del tutto lecito e nient'affatto deplorevole passare da un carro all'altro in barba al popolo che li ha scelti per rappresentare "altro".
Magari, come si vocifera, col risultato che si ritrova alleato della Lega il sicilianissimo Totò Cuffaro, con ovvi paradossi federalisti che non si intende come debbano considerarsi.
Ma vorrei tornare alle dichiarazioni di Nucara, segretario del PRI.
Il discorso in base al quale riconoscenza e gratitudine fanno sì che ci si mobiliti personalmente per "salvare Berlusconi" è il fallimento di quella buona politica invocata da Fini a Mirabello.
La buona politica non fa favori personali, non ragiona per vincoli di amicizia e soprattutto rispetta davvero la volontà popolare: se il PdL si è spaccato, la maggioranza votata dagli elettori potrebbe non essere più la stessa e in Parlamento, con un nuovo voto, potrebbero delinearsi nuovi scenari. Dunque perché non votare, come il Pdl intendeva fare fino a due settimane fa?
La buona politica, poi, non dimentica la storia.
Perché Nucara, come si è rammentato, è il Segretario del Partito Repubblicano. Di quel Partito Repubblicano, cioè, che Ugo La Malfa definì "laico e di sinistra". Di quello stesso Partito Repubblicano di cui fu esponente di spicco Giovanni Spadolini, che, da Presidente del Consiglio, la storia ricorda negli anni '80 per una lotta alle mafie senza quartiere (sotto di lui la nomina del Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa a prefetto di Palermo), ricorda per lo scioglimento della loggia P2 (giudicata "eversiva"), ricorda per l'allontanamento del PRI, nel '91, dall'allora Pentapartito per gli insanabili contrasti nati a causa della famigerata Legge 223 del 6 agosto 1990 (Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato), meglio conosciuta come Legge Mammì, provvedimento - regalo di Craxi - che aprì le porte all'impero berlusconiano del biscione.
Altri tempi, sicuramente.
Ora i tempi, appunto, sono quelli della "sporca ventina".
Viene da chiedersi se un proclama così anticipato possa avere il senso di un tatticismo ante-fiducia.
E tuttavia, in questa vicenda settembrina, non riesco a frenarmi dal pormi un altro quesito.
E cioè: chissà cosa ne pensa, Spadolini, da lassù.
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Berlusconi, Nucara, il PRI e la sporca ventina.
2 commenti:
forse non tutti sanno che nucara significa albero di noci in dialetto calabrese (etimo latino): è per fortuna un cognome rarissimo. Dalla noce in tempi grami (per esempio nei periodi bellici) si ricavava un olio di pessima qualità ma usato come surrogato di quello d'oliva. Di qualche noce si contentava il frate cercatore (vedi il Fra Galdino dei Promessi Sposi) come elemosina in mancanza di meglio. Significherà qualcosa?
Prof. Woland
Non sono soltanto Spadolini, Visentini o il buon Ugo La Malfa (il cui figlio purtroppo è la causa principale della deriva negativa del PRI) che si rivoltano nella tomba ma tutti i convinti repubblicani di allora che hanno lo stomaco che gli si rivolta dentro nel vedere come si sia ridotto il più antico partito italiano (ed il più serio quanto a moralità). :-( :-( :-(
Ex-repubblicano (come voto) ma sempre con quell'ideale nel cuore. G.
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