Maroni pesca l'attentatore: nella rete. |
E già: come poteva non essere colpa della rete, la vicenda di Belpietro?
La rete ci risucchierà? |
Questa perlomeno è l'idea del Ministro degli Interni Maroni, il quale ha dichiarato che su internet: "si leggono accuse che possono dare a qualche mente malata lo spunto ad agire".
No, perché ieri, ospite della trasmissione Pomeriggio 5 su Canale 5, Belpietro ha dichiarato che lui nella sua carriera non ha mai espresso odio né offeso nessuno.
Pro Presidente della Camera |
Pro magistrati |
Pro immigrati. |
Solo fine umorismo. Qualche volta magari, dico magari, giusto un pizzico di attenta, meticolosa, studiata opera di disinformazione.
Che si sa, forse non ammazza nessuno.
Ma tanto bene, caro Maurizio, non fa.
(Aggiornamento del 3 ottobre. Editoriale di Belpietro su Libero: "Non sono le BR. Questi odiano, ma senza ideali". Più conciliante di così...)
[Forse può interessarti: (1)Berlusconi e la barzelletta sugli ebrei. (2) La bestemmia di Berlusconi: in quel video c'è ben di peggio.]
[Sui dubbi relativi alla vicenda dell'attentato: Non leggere questo Blog!: "Attentato" a Maurizio Belpietro: ecco a voi tutte le stranezze del caso.; Molto interessante la questione del poliziotto Alessandro M. riferita oggi da Gilioli nel suo blog]
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1 commenti:
certo la rete è pericolosa (non quella di protezione, s'intende, che il premier ha costruito pazientemente intorno a sé con le leggi ad personam. Bisogna combattere i cattivi maestri. Attenti a quel che si dice: c'è sempre qualche psicolabile in ascolto pronto a colpire! Pertanto al rogo i film di Zorro, i romanzi come il conte di Montecristo, le fiabe come Cenerentola (chissà quante ragazze potrebbero ribellarsi alla matrigna e pretendere di sposare un principe invece di lavare i piatti!).
A pensarci bene meglio bruciare tutti i libri seguendo il pensiero di Omar ibn al-Khattab (639 d.C.): se il contenuto dei libri si accorda con il libro di Allah (= Berlusconi) sono inutili,se poi son difformi da quello allora non bisogna conservarli.
Prof. Woland
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