Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 31 ottobre 2010

Discarica Rai.



Questa mi era sfuggita.

A Domenica In, il 24 ottobre scorso, è andato in onda il processo ai colpevoli della vicenda dei rifiuti di Terzigno.

Quali colpevoli? Gli abitanti del posto.

Il Governo? "Ha fatto tutto ciò che c'era da fare".

Niente da fare. Mamma Rai è sempre più matrigna...

E più il regime si avvia alla dissoluzione, più i lacchè, i servitori, i giullari alzano il tiro e la voce...

Ma finirà. Deve finire.

Anche se a preoccuparmi è il prezzo che dovremo pagare per veder chiudere, una volta per tutte, il sipario su questo spettacolo indegno.



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sabato 30 ottobre 2010

Picconi in salsa verde



Oggi vi propongo due approfondimenti in salsa verde.

Il primo è un articolo, a mio  avviso significativo, che fa un punto di situazione sulla questione Lega Nord-Immigrazione, vista con l'occhio della stampa estera.

Ne viene fuori, una volta di più, un quadretto niente affatto edificante, che ci fa capire come la deriva xenofoba del nostro paese sia più che preoccupante

L'articolo, per di più, non si ferma alla sola questione immigrazione. Getta anche una luce oscura sulle ipotetiche responsabilità della Lega nel benservito a Profumo di Unicredit. Vogliamo parlarne?

Il secondo approfondimento che vi propongo è sul sistema di potere della Lega Nord bresciana denunciato dall'interessante sito Bresciapoint.

Leggete, leggete.

E già che ci siete, rammentate la scuola di Adro (quella dei simboli padani)? Beh, potreste spingervi a dare un'occhiata alla notizia che la Guardia di Finanza ha iniziato degli accertamenti sui costi della scuola ("che non è costata nulla alle casse comunali", dichiarò l'ormai famoso sindaco Oscar Lancini), realizzata miracolosamente in un anno. 

Fatti su cui riflettere.

Perché della Lega, talvolta, si parla meno (Berlusconi del resto fa più audience) e solo con riferimenti alle vicende più clamorose dal punto di vista mediatico.

Ma il fatto che da anni, nelle amministrazioni regionali, nei vari comuni, i rappresentanti leghisti si adoperino febbrilmente per disfare la tela di un'Italia sempre più fragile e si ingegnano nel costruire, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, una Padania che non c'è, è questione che merita, un'attenzione vigile e costante da parte di tutti.

Un'eloquente copertina
 del Süddeutche Zeitung
L'amara constatazione è che da una parte (Pdl), dovunque gettiamo lo sguardo, ci imbattiamo in nani e ballerine; dall'altra (Lega) si fanno sempre più assordanti i grugniti dei politici in verde, che inneggiano alla secessione e demoliscono quotidianamente l'identità nazionale.

Di questo passo, piccona qua, piccona là, questo bellissimo e disgraziato Stivale lo stanno riducendo una scarpa vecchia.





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venerdì 29 ottobre 2010

Emozioni (Battisti/Mogol): il controcanto.

Viaggio attraverso le procure: Silvio Berlusconi è davvero ovunque...


¯ Tu invocale, se vuoi: DIMISSIONI... ¯



[Il mio più sentito ringraziamento va a Il Giornale per l'aggiornamento grafico!]


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giovedì 28 ottobre 2010

Consonanti dissonanti

M.C.

ACCADDE IERI:


14 settembre, Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna dichiara:
"L'Italia dica no al burqa.
Rappresenta la negazione dei diritti della donna e la sua sottomissione".



NON ACCADRA' OGGI (NE' DOMANI):


C.M.
28 ottobre, nuovo Sexy Gate per Berlusconi?

Il Ministro per le Pari Opportunità Carfagna Mara NON dichiara:

"L'Italia dica no al bunga (-bunga):
Rappresenta la negazione dei diritti della donna e la sua sottomissione".



La dichiarazione ci stava tutta, o no?

Quando due consonanti fanno la differenza!

... Viene quasi da chiedersi: ci sarà una motivazione valida per le diverse posizioni del Ministro  (nel senso di idee, cosa pensate?!) su una questione, simile, di pari opportunità?!

Quante ne direbbe, Mara Carfagna a Carfagna Mara... Se solo fossero due persone diverse!

[Potrebbe interessarti: sulle dimissioni di Berlusconi Silvio, tranquillo: "ghe pensi mi".]


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Al cuor non si comanda

Il Megadirettore galattico Masi sorride
pensando al programma tv per la sua bella.


E però, diciamocelo, un po' di ragione pure Masi, in fondo in fondo, ce l'ha

La situazione lavorativa, in Italia, è quella che è, lo si sa bene.

Perché mai, nel contenere la spesa della Rai in un momento così delicato della storia della azienda, il Direttore Generale non dovrebbe pensare a salvaguardare uno spazio televisivo per la sua fidanzata?

Voi, al posto suo, non fareste lo stesso?





... Quo usque tandem abutere, Mauro Masi, patientia nostra?



[Potrebbero interessarti:
(1) Dopo la diffida dell'AgCom a Minzolini, cosa farà il Dg Masi?


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L'ombra del diavolo

Via D'Amelio, dove perse la vita Paolo Borsellino.

C'è qualcosa che mi inquieta ancor più della notizia che ieri, a Palermo, il pentito Gaspare Spatuzza ha confermato, durante un confronto all'americana, che uno 007 italiano (Lorenzo Narracci) è "somigliante" all'uomo che lui vide nel garage dove venne imbottita di tritolo la 126 che uccise Paolo Borsellino.

Sapete cos'è?

Il fatto che il Tg1 di Minzolini abbia riportato, nell'edizione delle 20 di ieri sera, che Spatuzza NON ha  riconosciuto lo 007, sottolineando soprattutto l'incertezza di un riconoscimento "definitivo" (da tenere bene a mente che Ciancimino Jr, invece, lo ha proprio riconosciuto).

E badate: non è tanto il sacrosanto diritto, ancora una volta calpestato, ad un'informazione equilibrata e corretta che, per una volta, mi fa sobbalzare.

In questa circostanza specifica, mi fa letteralmente tremare i polsi l'idea che chi minimizza lo fa palesemente per un motivo ben preciso. Ed è quel motivo ad inquietarmi, non la minimizzazione in sé.

Perché Spatuzza è quello che dichiarò che Berlusconi e Dell'Utri erano i referenti politici della mafia.

Ed è lampante che uno Spatuzza ritenuto incerto oggi, diventa più facilmente uno Spatuzza ritenuto inattendibile domani.

C'è da aggiungere altro?

Se questa è l'Italia che vogliamo...

Io comunque, per conto mio, ci tengo a dirlo: continuo a non rassegnarmi...

E a tenere desta l'attenzione.

Perché il diavolo, come cita il proverbio, si nasconde nei dettagli.

E se ancora siete dubitanti, leggete questo dettagliato articolo di Francesco Costa.


P.P. [Post Post] Questione Rai: Bersani attacca Masi "esperienza finita"; Bonaiuti lo difende "teme i risultati positivi del suo lavoro". No comment.

[Potrebbero interessarti: (1) Minzolini, la diffida dell'Agcom al Tg1 e il gioco delle tre carte.
(2) Dopo la diffida dell'AgCom a Minzolini, cosa farà il Dg Masi?]

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martedì 26 ottobre 2010

Capezzone aggredito: reazioni scomposte. Manteniamo la calma.

Solo una cosa chiederei, su questa vicenda.

Nessuna strumentalizzazione.

Anche se la corsa è già iniziata: Cicchitto ha già gridato allo squadrismo di sinistrae al network dell'odioBondi e la Brambilla al clima e propaganda di odio.

E io già ce li vedo, domani, Il Giornale e Libero.

Diffuso l'identikit dell'aggressore a Capezzone. Ora è sicuro: è complotto.



E così il Manifesto o l'Unità:

Vi sveliamo l'identikit dell'aggressore a Capezzone. Da indiscrezioni si è appreso che il nome di battesimo è Daniele.


Per favore, da una parte e dall'altra: manteniamo la calma.

Perché ci aspetta un inverno particolarmente caldo.

E per giocarsi la partita fino in fondo, affinché vinca il migliore (cioè chi ha meno processi in atto!), i nervi devono rimanere saldi.

Sarà un segno, e parlo per tutti, che l'episodio è accaduto in via dell'Umiltà?


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Affinità elettive

Galassie vicine o lontane?

Sapete cos'è un sociogramma? Nelle aule di formazione, spesso e volentieri, può essere utile per capire come si relazionano fra loro i membri del gruppo aula. In sostanza è come "una foto relazionale" del gruppo. Chi sta più vicino a chi, o si sente più vicino a chi (famoso, in tal senso, è il sociogramma di Moreno).

Ebbene, vi siete mai chiesti quali relazioni di vicinanza, in termini di voto naturalmente, legano i nostri parlamentari?!

Se lo è chiesto, e continua a farlo, Openpolis (nel progetto Openparlamento), provvedendo a disegnare un intrigante grafico interattivo che mostra le "affinità di voto" fra i parlamentari.

Il risultato è davvero gustoso.

Guardate qua (ho inserito qualche didascalia dei nomi più importanti per agevolare il colpo d'occhio):



Specifico subito che Openpolis avverte correttamente:
"Presidenti e Vice-Presidenti di Camera e Senato e i parlamentari che ricoprono incarichi di governo partecipano molto meno degli altri alle votazioni pertanto la loro collocazione nello spazio del grafico risulta condizionata in misura proporzionata al numero di voti espressi e tendenzialmente vanno a collocarsi nello spazio centrale, equidistante dagli estremi".

Nonostante questo, mi sembra che qualche riflessione interessante si possa fare.
In estrema sintesi:


(1) E' confermato, stando alle votazioni, che in parlamento esistono 3 galassie principali piuttosto distinte: PD/IDV, UDC, PDL-LEGA-FLI.

(2) Il Centro in Italia esiste, è vivo e vegeto e ha una sensibilità politica (più) affine al centro-sinistra.
(3) In termini di votazioni, non si registra alcuna differenza politica di rilievo fra PDL e FLI.
(4) I leader (attuali e passati) di centro-sinistra si ritrovano ad essere un po' distanti dal gruppone di riferimento: sintomatico?

Una riflessione a parte mi sento di farla su quel pallino verde tutto a destra nel grafico: lo vedete? E' la deputata leghista Silvana Comaroli. Fu lei, nel luglio scorso, a proporre il test di italiano per gli extra-comunitari che intendono aprire un'attività commerciale. Solo? No. Propose anche che l'installazione delle insegne esterne all’esercizio stesso sia condizionato all’uso di una delle lingue ufficiali dei Paesi appartenenti all’Unione europea ovvero al dialetto locale.

Morale: di questo passo, se nel giro di qualche anno vi andrà, che so io, di fare una bella gita nella splendida Bergamo, ricordatevi di non chiedere busì (vitello) o besòt (pecora) dove l'insegna riporta bechèr (falegname), e non informatevi sulle scagne (sedie) in un negozio che riporta come insegna marengù (macellaio).
Potrebbero guardarvi male.

P.P. [Post Post] Se avete tempo (7 minuti e 30 sec.), o se per caso non l'aveste mai visto, guardatevi "l'inganno della cadrega" ai danni del Conte Dracula, in una memorabile scena dei comici Aldo, Giovanni e Giacomo. Ne vale la pena.





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Corruzione, dati 2010: per Transparency International Italia sempre più giù.

Bel colpo d'occhio, eh?


Transparency International ha reso noti i risultati del 2010 relativi all'Indice di Corruzione Percepita.



Trovate QUI la tabella originaria dei vari paesi del mondo.

Date un'occhiata a quali stati sono rossi come noi, nella mappa, fate le vostre considerazioni e poi ditemi: siamo davvero un paese normale?

E continuiamo a parlare di Lodi e di scudi per fermare i processi delle Alte Cariche?

Ma non vi sembra, in modo quasi grottesco, il mondo alla rovescia?

[Forse potrebbero interessarti: (1) Lettera aperta al Direttore Generale della Rai, Mauro Masi.
(2) Minzolini, la diffida dell'Agcom al Tg1 e il gioco delle tre carte.]

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lunedì 25 ottobre 2010

A Vigonza vilipendio al tricolore. E' forse il caso di porsi qualche domanda?

Il tricolore oltraggiato.


Quello che è accaduto a Vigonza, in provincia di Padova, mi sembra un chiaro segno di inciviltà e mancanza di senso civico, in parte alimentate dalla "mala politica".

Che in terra leghista qualcuno si dia la briga di tagliare il tricolore di un monumento pubblico e buttare nel cestino la striscia bianca e la striscia rossa, lasciando intatta (si fa per dire) solo la striscia verde-Lega,    appare evidentemente, chiunque sia l'autore del gesto, un sintomo indiscutibile di quella carenza di valori condivisi e di quella rincorsa alla promozione della diversità sempre più dilaganti nel nostro paese.

La politica leghista, purtroppo, è campione di incassi in questa tipologia di "b-movies". 

I copioni riciclano sempre lo stesso intreccio: l'immigrato è il delinquente per antonomasia (e deve tornare subito a casa o non azzardarsi ad avvicinarsi alle nostre coste pena le fucilate), Roma è ladrona, il Sud è la rovina dell'Italia, ecc. ecc., con l'idea portante che l'unica soluzione agognata è il secessionismo (gentilmente soprannominato "federalismo", mentre si strizza l'occhio all'elettorato becero che inneggia alla scissione).

Il pubblico di questo genere di film, oltre a plaudire il non-senso di una politica che pone sul piedistallo disvalori quali il regionalismo, il razzismo, il machismo e vari altri -ismi all'occorrenza, sembra spesso non veder l'ora di sbizzarrirsi in manifestazioni ideologiche "dense di significati".

Continuando a parlare di imbracciare i fucili (Bossi), di ghettizzare i disabili (Presidente della Provincia di Udine, Fontanini), di non considerare fratelli gli immigrati perché dal colore della pelle diverso (Senatore Stiffoni, un anno fa), ecc., ecc., si alimenta in una parte della società l'irresponsabile idea di un mondo migliore se separati dall'Italia.

La domanda è: in nome di questo idealismo, continuando di questo passo, cosa potrebbero arrivare a fare, dopo aver ridotto a brandelli il simbolo della nazione in cui vivono?

P.P. [Post Post] Gli esponenti locali della Lega Nord si sono affrettati ad attribuire all'episodio i connotati di un "teppismo comune", dimostrando una volta di più una scarsissima attenzione verso le responsabilità morali di quanto accade attorno a loro.

Del resto, a pensarci bene, ci hanno graziato: pensando a quello che disse da Ministro della Repubblica Umberto Bossi sul tricolore, avrebbero potuto minimizzare dicendo "chi ha commesso il gesto, forse, aveva finito la carta igienica".

P.P.2 A Basovizza (Trieste), niente forbici, ma il concetto dietro quanto è accaduto sembrerebbe il medesimo...

Aggiornamento del 27 ottobre: l'autore del gesto è un minore. La Lega ipotizza che fra le motivazioni vi possa essere quello di mettere in cattiva luce il partito. Continuiamo così, facciamoci del male.

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domenica 24 ottobre 2010

Dopo la diffida dell'AgCom a Minzolini, cosa farà il Dg Masi?

Sua Magnificenza, il Megadirettore Generale, Mauro Masi.

Ho scritto altre volte di come ritenga fondamentale il ruolo della "memoria" nell'occuparsi (ognuno come può) di "politica" nel nostro disgraziato e bellissimo paese. 

A prescindere dalle idee di ognuno e dai rispettivi ruoli, sia che siamo osservatori di politica o praticanti, o persino "tifosi", sono fermamente convinto che gli uomini e le situazioni vadano valutati sempre leggendo con attenzione il contesto nel complesso. 
Questo si può fare solamente "unendo i puntini" delle varie circostanze che accadono, non abbassando mai la guardia su quanto è già stato. Ricorrendo, appunto, all'esercizio della memoria.

Ebbene, ripensando alla diffida dell'Agcom nei confronti del "buon" Minzolini su cui ho già scritto, ho ripescato da un cassetto della memoria una dichiarazione del MegaDirettore Generale Mauro Masi, che sono andato a ricercare.

9 settembre scorso: in una lettera di risposta al Presidente della Rai Paolo Garimberti, che si era detto preoccupato del mancato pluralismo del Tg1 di Minzolini, il MegaDirettore Galattico, Prof. Dott. Ing. Lup. Mann, Cav. di Gran. Croc. Mauro Masi dichiarò per iscritto quanto segue:
"Come ho avuto modo di affermare anche pubblicamente in commissione parlamentare di Vigilanza, non condivido la tua preoccupazione di una mancanza di pluralismo da parte del Tg1. Né ho rinvenuto sinora elementi tecnico/fattuali che la dimostrino".

Oggi è il 24 di Ottobre. La diffida dell'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni risale a 3 giorni fa.

A seguito degli elementi tecnico-fattuali registrati dall'Agcom, siamo certi che il MegaDirettore Masi stia studiando febbrilmente i provvedimenti da adottare nei confronti di Minzolini e del Tg1.

Siamo tutti convinti che il MegaDirettore vorrà dare mostra di come una supposta ingiuria personale contro un capo azienda (il "vaffanbicchiere" di Santoro) sia infinitamente meno grave di una sistematica informazione non pluralista perpetrata ai danni dell'intero pubblico televisivo, che si configura pertanto come un tradimento professionale e deontologico verso un'intera nazione.

Una sorta di informazione dopata,  confezionata dal buon Minzolini. 

Ve la immaginate la sanzione nel parallelo sportivo? Radiazione, come minimo.

Cosa deciderà, invece, l'inflessibile Masi? Il rigoroso paladino del rispetto aziendale e, soprattuto, dell'etica del lavoro? 

Uno stop di 10 mesi per Minzolini senza stipendio?!

Attendiamo con ansia.

E nel frattempo: meditate, gente, meditate.

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sabato 23 ottobre 2010

Quando accade qualcosa.



«Molte volte un guerriero della luce è preda dello scoramento. Pensa che niente riuscirà a risvegliare l'emozione che desiderava. Spesso, il pomeriggio e la sera, è costretto a mantenere una posizione conquistata senza che un nuovo avvenimento sopraggiunga a restituirgli l'entusiasmo.
 Gli amici commentano: "Forse la sua lotta è terminata".
Udendo questi commenti, il guerriero prova dolore e confusione, perché sa di non essere giunto dove voleva. Ma è caparbio e non abbandona ciò che ha deciso di fare.
Poi, quando meno se lo aspetta, una nuova porta si apre

Questa settimana è accaduto qualcosa.

E' vero. Accade sempre qualcosa; nella vita voglio dire. Un gesto, una parola, uno sguardo, un silenzio.

Ed in fondo è tutto qui il senso di quello che è accaduto anche questa settimana.

Ma il fatto è che non sempre si riesce ad avere nel cuore la sensazione che qualcosa sia accaduto.

A volte i silenzi più grandi sembrano tempeste. O le parole più aspre innocue folate di vento.

A volte invece sembra tutto così maledettamente uguale.
E sembra quasi che i giorni facciano a gara ad assomigliarsi l'uno con l'altro, in una corsa sciocca e forsennata in cui quello che accade, semplicemente, non lo senti accadere.
Le parole non hanno senso, gli sguardi sono muti, i gesti ripetitivi.

Poi invece, d'un tratto, accade qualcosa. Qualcosa che risveglia; una fiamma improvvisa che riscalda; una manciata di stelle filanti e coriandoli; un bagliore che rischiara; una tela che sbuffa colori sgargianti.

E la Vita "ritorna".

Immagino che ognuno trovi in qualcosa o in qualcuno di diverso questo detonatore di emozioni e di senso del vivere. Le parole o la musica di una canzone, la scena di un film, il paesaggio di un dipinto, una montagna che si staglia all'orizzonte, il mare che brilla incessante, il sorriso di un figlio.

A me accade, molto spesso, quando incontro qualcuno di speciale. Che sia un viandante, un autista di autobus, un commesso, un uomo o una donna che frequenta i corsi in cui ho il piacere di insegnare.

E mi sorprende sempre. Come la prima volta in cui ho dato fiducia. Come l'ultima che l'ho rinnovata.

Ciò che mi sorprende, più di tutto, è come, a dispetto di una quotidianità che talvolta rischia di apparire eterea, si riesca invece a scoprirsi infinitamente migliori, nella nostra umanità, di quello che noi stessi pensiamo.

E' questa consapevolezza a riconsegnarmi il senso che sempre cerco e talvolta smarrisco.

Il senso di esistere perché in relazione con qualcuno. Qualcuno che sceglie di dividere con me una parte del suo cammino, mi si svela, mi affida i suoi timori, mi rende partecipe delle sue emozioni, mi suggerisce, inconsapevolmente, il modo per essere migliore

Qualcuno che crede nel suo prossimo, per il senso etimologico del termine. Qualcuno che per il suo prossimo investe senza risparmio risorse ed energie proprie, con una frase, o una poesia; con una lezione, che sia agli adulti o ai bambini; magari con un post, o con un sms; o semplicemente con un abbraccio o un gesto, che sia d'amore o di gratitudine. 
Qualcuno che sa riconoscere perfettamente, in tutto questo, l'unico modo di esistere e di essere degni di questo nome.

Questo volevo dire, oggi.
Due frammenti di infinito...

E rivolgere un grazie di cuore alla generosità esplosiva di Matteo e alla profondità garbata di Gabriel, che in questi ultimi giorni hanno scelto di farmi scoprire due frammenti di infinito che appartengono all'armonia di tutte le cose. 

E che da questa settimana, pertanto, faranno parte anche di me.



«I guerrieri della luce si riconoscono dallo sguardo. Si trovano nel mondo, fanno parte del mondo, e al mondo sono stati inviati senza bisaccia e senza sandali. Molte volte sono codardi. Non sempre agiscono nella maniera giusta.
I guerrieri della luce soffrono per stupidaggini, si preoccupano di cose meschine, si reputano incapaci di crescere. Talvolta si credono indegni di qualsiasi benedizione o miracolo.
I guerrieri della luce sovente si domandano che cosa stiano facendo qui. Molte volte pensano che la loro vita non abbia alcun significato.
Perciò sono guerrieri della luce. Perché sbagliano. Perché si interrogano. Perché continuano a ricercare un significato. E finiranno col trovarlo.»

(Le citazione sono tratte dal Manuale del guerriero della luce, di Paulo Coelho)

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venerdì 22 ottobre 2010

Minzolini, la diffida dell'Agcom al Tg1 e il gioco delle tre carte.



Attenzione: oggi parliamo di una professione in forte ascesa e dal reddito sicuro: il giornalismo truccato.

Istruzioni.

(1) Prendete un mazzo di diffide Marca Authority. 
(2) Scegliete tre carte simbolicamente significative: ad esempio Governo di bastoni, Maggioranza di spade, Opposizione di coppe.
(3) Fatevi un pubblico (o ereditatene uno dalla gestione precedente)
(4) Lanciate il guanto di sfida dell'imparzialità e dell'equilibrio.
(5) Con le carte fra le mani, disegnate audaci volute e traiettorie ardite, alternando su un tavolo con perizia e sagacia una carta dopo l'altra;
(6) Chiedete di puntare su dove finirà la carta Opposizione.
(7) Raccogliete i frutti delle puntate.
(8) Rammentate ai perdenti che il calcolo delle probabilità esclude di per sé la possibilità che il gioco sia truccato.

Un modello da emulare? Augusto Minzolini, naturalmente.

Alla diffida dell'Authority Agcom, che ha denunciato lo squilibrio nei tempi dedicati dal Tg1 a governo e maggioranza, Menzognini risponde candidamente così: 
"E’ paradossale che vengano utilizzate due diverse società di monitoraggio. La Rai usa l’Osservatorio di Pavia, mentre l’Autorità usa l’Isimm. Secondo l'Osservatorio, i dati sono in linea con la divisione 30% Governo, 30% Maggioranza, 30% Opposizione."

Superbo. Ineguagliabile.

Capito il trucco? Rivediamo al rallenty il movimento delle lettere: t-r-e-n-t-a G-o-v-e-r-n-o , t-r-e-n-t-a- M-a-g-g-i-o-r-a-n-z-a...

Sublime. Sareste mai riusciti a scorgere a colpo d'occhio che le carte Governo-Maggioranza sono identiche?! 

E invece è proprio così! Spacciate per diverse, ma assolutamente uguali! 
Governo, infatti = Pdl+Lega (+ ora Fli); Maggioranza, guarda caso = Pdl+Lega (+ ora Fli).

Risultato: Minzolini parla di una situazione del tutto equilibrata dichiarando lui stesso che il suo Tg1 riserva il 60% del tempo a Berlusconi&Co. e il 30% al resto del mondo!

Nulla di meno di quanto sostenuto dall'Authority, (nonostante l'istituto che monitora i dati sia diverso, come lamentato da Minzolini), che citava i dati divisi per soggetto politico.

Un esempio?

Mese di agosto:
(1) Pdl 25,17% + Lega 7,98% + Futuro e Libertà 9,08% + Premier 5,18 + Governo 12,76%, Totale 60,17%;
(2) dall'altra parte, Pd 11,23%, %, Idv 2,97%, Udc 5,17%, Totale 19,37%.

Chiaro?

Non c'è niente da fare. Oramai sono degli insuperabili professionisti. E per carità, io ne sono convinto, ci vuole anche del talento naturale, e chissà quanto esercizio e quanta abnegazione, nell'esercitare la professione del giornalismo truccato.

In fondo, come ebbe a dire Guy Debord:
Un tempo si cospirava sempre contro un ordine costituito. Oggi, cospirare a suo favore è un mestiere nuovo in grande sviluppo.

Aggiornamento (24 ottobre): qui trovate il seguito della riflessione sulla problematica, con riferimento alle sanzioni attese da Masi.

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P.P. [Post  Post] La frase di Debord, la devo a Daniele Luttazzi.

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giovedì 21 ottobre 2010

Lodo Alfano retroattivo: diritti e doveri nell'italica lotta fra onesti e smacchiatori.



Cioè, scusate, fatemi capire.

Cosa significa esattamente l'ultima boutade del Lodo Alfano retroattivo per delibera parlamentare?

Partiamo dalla puntata precedente (che anche lì c'era già da ridere): secondo i sostenitori dello scudo giudiziario "è lecito precedere ad un procedimento contro le alte cariche dello Stato se il reato è posteriore all'elezione nella prestigiosa carica".
Come dire: se (sottolineo se) sei stato un delinquente prima di diventare importante è un conto, se lo sei ora che ti hanno eletto è un altro paio di maniche, e dunque posso accertarlo con comodo e ti faccio continuare a lavorare (col dubbio strisciante...)!

Ma scusate: un (possibile) reato non è sempre (possibile) reato? Chi se ne frega quando è stato commesso! E poi: secondo voi è più grave (dal punto di vista politico, naturalmente) se commetto un reato da Presidente del Consiglio o se lo commetto prima della mia elezione?
Se il senso dello Stato e delle Istituzioni avesse ancora un senso, la risposta dovrebbe essere chiara a tutti (hint per i Berluscones: è la prima delle due ipotesi che ho scritto).

Eh - dicono i sedicenti garantisti, anzi, gli smacchiatori penali - ma come la mettiamo con la governabilità?

Eh, dicono gli onesti (che i sedicenti chiamano "giustizialisti"), ma come la mettiamo con l'ipotesi che l'Alta Carica sia un delinquente (nel senso letterale di 'uno che delinque'). Permettete, cari smacchiatori, che io onesto sia preoccupato di conoscere al più presto la verità?

E veniamo alla puntata attuale: Lodo Alfano retroattivo per delibera parlamentare.
La distinzione fra reato prima o dopo l'elezione viene eliminata.
Nel senso che sono tutti e due gravi? Al contrario, nel senso che il periodo è ininfluente: non si procede ad accertare i rilievi penali comunque!
Anzi, occhio al colpo di tacco: nei casi di ipotesi di reato precedente all'assunzione della carica possono essere sospesi "con delibera parlamentare"! Che significa? Che è il Parlamento che può decidere o meno la sospensione del processo! La casta, dunque, assume su di sé poteri "para-giudiziari" (e abbiamo visto, da Cosentino a Lunardi, con quale zelo autorizza prontamente le indagini della Magistratura sui propri parlamentari).

Che significa in soldoni tutto ciò?

Facciamo un'ipotesi.

ottobre 2010 compio una truffa milionaria ai danni di una multinazionale del tabacco (e non mi scoprono) e a marzo 2010 vengo eletto dal popolo sovrano e divento Presidente del Consiglio. Scatta il lodo e così sono coperto fine al termine del mio mandato (più eventuali rielezioni) da qualunque procedimento penale, anche se il mio reato è avvenuto antecedentemente alla mia nomina.

Figo, no?!

In sostanza, in nome di una stabilità governativa (perché è questa la motivazione formale sul piatto della bilancia), si sancisce il principio che il mio sacrosanto diritto di dimostrare la mia innocenza deve essere congelato.
E il sacrosanto diritto di coloro che mi hanno eletto di sapere al più presto se chi li governa è un malfattore o un gentiluomo deve essere congelato.
E congelato deve essere anche il sacrosanto diritto/dovere della magistratura di "fare giustizia".

Sarò duro di comprendonio, ma non capisco: cui prodest tutto questo calpestio di diritti e doveri?!

Tutto questo solo per "governare"?

Ma chi se ne fotte di governare con un'accusa infamante fra capo e collo (mi vergogno solo ad averla!)! Tra parentesi: figurati se il mio vice non sarà altrettanto bravo nella gestione del paese...

Prima il mio onore, davanti alla mia famiglia, ai parenti, alla città, alla nazione.

Il che significa che tiro fuori le balle e prima vi dimostro che sono innocente, perché lo sono, e poi si vede!

Come dite?

Ho premesso io che ero colpevole?

Già, nell'enfasi mi era sfuggito il particolare.

Beh, in tal caso: "lode al lodo".

Sperando di arrivare alla Presidenza della Repubblica.

P.P. [Post Post] Ma per il Papato si può fare qualcosa? Fatemi sapere, please. Se no, il gioco forse non vale la candela...

Aggiornamento: "La commissione Affari Costituzionali ha confermato: il lodo è reiterabile". 
Evvai! Del resto, diciamocelo,  se si fanno minchiate, è bene farle seriamente. Almeno quelle.

[Recentemente ho scritto: Lettera aperta al Direttore Generale della Rai, Mauro Masi.]

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martedì 19 ottobre 2010

Lettera aperta al Direttore Generale della Rai, Mauro Masi.

Il MegaDirettore Masi

Esimio Direttore Megagalattico, Dott. Ing. Lup.Mann. Cav. di Gran Croc. Mauro Masi.

Chi Le scrive è un abbonato trentottenne, che paga il canone da sempre (non sorrida, è così) e che ieri sera l'ha udita a Porta a Porta, dal buon Bruno Vespa, dichiarare:

''Voglio fare le mie scuse ai telespettatori, perché la vicenda Santoro
va avanti da 25 anni e penso che sia un tema che abbia stancato".

Lungi da me, esimio Direttore, supporre una Sua scarsa preparazione sulla storia della televisione, che anzi, in qualità di Direttore Generale della Rai, immagino sia il primo requisito per cui Ella è stato rigorosamente selezionato.

Purtuttavia, a riflettere sulla  Sua dichiarazione per cui "la vicenda Santoro va avanti da 25 anni", continuano a non tornarmi i conti.

Mi permetta di spiegarLe perché.

La carriera televisiva di Santoro inizia con la trasmissione Samarcanda, trasmessa su Rai3 dal 1987 (23 anni fa). Con le sue parole, MegaDirettore, Ella sembrerebbe alludere al fatto che Santoro ha avuto "problemi con la Rai" da quando trasmette.

Sarà stato certamente un lapsus, ne sono convinto. Perché i problemi di Santoro, come Ella certamente ben rammenterà, sono cominciati solo nell'era berlusconiana, ed esattamente nel 2001, a seguito di una puntata del Raggio Verde, dove Santoro parlò dei rapporti fra lo stalliere mafioso Mangano-Dell'Utri e Berlusconi, portati alla ribalta televisiva dall'intervista di Luttazzi a Travaglio nel programma Satyricon.

Da lì cominciò la battaglia di Forza Italia con l'Authority per far chiudere il programma di Santoro (la stagione seguente si chiamerà Sciuscià), che culminerà nell'aprile 2002 nell'editto bulgaro, cosiddetto, in cui, da Sofia, Berlusconi scomunicò Luttazzi, Santoro ed Enzo Biagi.

Insomma, esimio MegaDirettore, "la vicenda Santoro" cui Ella allude ci accompagna da soli 9 anni, dopo 14 di onorato ed applaudito servizio.

E nonostante ciò, Ella coglie perfettamente nel segno: il tema proposto dall'era berlusconiana negli ultimi 9 anni ci ha davvero stancato.
Ecco perché ci auguriamo, al più presto, che questa vicenda, per chiamarla col suo nome "la guerriglia a Santoro" iniziata 9 anni fa, finisca davvero e che, come viaggiando nella macchina del tempo, si ritorni ad un sentire comune in cui le opinioni di tutti, per quanto diverse, vengano rispettate ed ascoltate, e trovino sempre gli spazi giusti per esistere ed essere sostenute.
Perché veda, esimio Megadirettore, Ing. Dott. Lup. Man. Cav. di Gran. Croc. Masi,  gli abbonati come me sono degli strenui sostenitori del concetto espresso dalla scrittrice Evelyn Beatrice Hall (ed erroneamente attribuito a Voltaire), che affermò tempo addietro: 
"Non concordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo".
Subordinatamente,

Luigi Bruschi

P.S. Solo una precisazione, Sua Umanità: le scuse preferiremmo udirle dal Presidente del Consiglio Berlusconi, visto che, 9 anni fa, quando tutto iniziò, il Direttore Generale era un'altra persona e dunque non è riconducibile ad Ella la paternità della questione Santoro. Paternità della questione che, del resto, non è corretto attribuirLe nemmeno oggi, Megadirettore, noi lo sappiamo bene: nonostante l'indiscussa nobiltà del Suo gesto, volto ad assumersi, storicamente e stoicamente, in modo del tutto disinteressato, responsabilità non riconducibili in alcun modo alla Sua persona.

Con sovraumana umiltà.


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