Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 3 settembre 2011

Sotto a chi tocca.

Bernardo Luini, Il gioco del cuscino d'oro: una versione dello "schiaffo del soldato" del XVI secolo.

Rammentate quel gioco chiamato lo schiaffo del soldato?

Quello dove uno sta di spalle, un gruppo di "amici" gli rifila a turno un generoso scappellotto e il malcapitato, ad ogni ceffone, deve indovinare chi l'ha colpito: se ce la fa cambia di posto con chi si è fatto beccare, se non indovina torna, appunto, "sotto lo schiaffo".

Beh, è proprio questa l'impressione che si ha nel leggere in rete o sulla stampa le reazioni all'ennesima manovra annunciata dal governo. 

Chi sta nel mezzo, ovviamente, è sempre lui: il Premier, Silvio Berlusconi.

Opposizione a parte, si sono letteralmente scatenate sia Confindustria (prima dichiarazione: "manovra debole e inadeguata", seconda dichiarazione "siamo sconcertati") che autorevoli voci del mondo ecclesiastico, come il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, che si è levato in difesa delle cooperative colpite dalla manovra.

Per non parlare della stampa internazionale, che è letteralmente indiavolata: dal Wall Street Journal (che parla del pericolo Berlusconi non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa), al Financial Times che prende in giro i servizi ridicoli e gossippari della nostra televisione di stato (vi viene in mente un nome a caso? Comincia per M, finisce con inzolini...), fino ad arrivare all'Economist, che definisce Silvio un "extraordinary escape-artist" (uno straordinario "artista della fuga", epiteto che spettava al mitico illusionista Houdini) e si chiede:


"L'Italia potrebbe affondare l'Euro"?

Non so se ci rendiamo conto.

L'unico vantaggio, per Silvio, dovrebbe essere quello di sapere perfettamente da dove gli arriva ogni ceffone.

E tuttavia, nonostante questo, non solo continua a stare nel mezzo, ma per un curioso caso sembra persino aver l'aria di volersi tenere molto stretto il suo posto-bersaglio.

Per sfilarsi dalla gragnola di colpi che continuano a piovergli addosso, delle due l'una: o si dimette...

... O fa una cosa a lui cara: cambiare le regole del gioco.

Che so, qualcosa del tipo: "vince chi prende più ceffoni".

Basta una piccola modifica, in fondo; una sorta di riedizione dello storico gioco.

Un gioco ad personam, in poche parole.

Coraggio Silvio: nulla è perduto, ancora.

Fuorché l'onore.


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