Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 22 settembre 2011

Forse la fisica salverà Berlusconi.

Salvador Dalí
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]


Forse la scienza salverà il Cavaliere.

Questo è quello che viene da pensare leggendo la notizia che, guardacaso, il Prof. Antonino Zichichi si è precipitato a comunicare al giornale della famiglia Berlusconi.
Potete leggere qui il testo della telefonata intercorsa tra Vittorio Macioce e il professore.

In estrema sintesi le cose stanno così: secondo un esperimento appena concluso nel Laboratorio del Gran Sasso, i neutrini - che al contrario dei fotoni hanno una massa - avrebbero una velocità superiore a quella della luce.
Il fatto, se confermato, avrebbe le conseguenze di un terremoto: la fisica ne uscirebbe sconvolta.
Cadrebbe la teoria einstaniana dello spazio-tempo e di conseguenza - horribile dictu - nientemeno che il principio di causalità, pilastro fondamentale della fisica.
"Non c’è più alcuna connessione tra il prima e il dopo?" chiede stupito il giornalista.
"Il povero Cavaradossi morì dopo che i fucili del plotone d'esecuzione spararono. Non prima che i fucili sparassero. Il principio di causalità dice che l’effetto non può precedere la causa", risponde sorridendo, immagino, lo scienziato.
Ma se viene a cadere questo principio ecco che l'atleta potrebbe tagliare  il traguardo prima del colpo di pistola dello starter, un giovanotto sposare la sua fidanzata prima d'averla conosciuta, Einstein ricevere il premio Nobel prima della pubblicazione dei suoi lavori!

La corte di Berlusconi può tirare un sospiro di sollievo.

L'avvocato Ghedini sembra sia già all'opera per presentare una memoria difensiva il cui succo è sostanzialmente questo: è scientificamente dimostrabile che tutti i fatti ascritti al Premier sono avvenuti prima che lui li compisse.

Più innocente di così!

Update 18/11/11
Si ha notizia di una prima significativa conferma: si veda l'articolo "il neutrino è ancora più veloce della luce". Ma il cammino è ancora lungo.



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