Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 23 settembre 2011

L'Italia s'è desta.

Sergio Romano
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]


Nell'editoriale del 21 settembre, pubblicato sul Corriere della Sera col titolo Una possibile soluzione, Sergio Romano scrive:

 "Berlusconi è stato per molti italiani una speranza di stabilità politica e dinamismo economico. Oggi quella speranza si è dissolta sotto il peso di una micidiale combinazione di promesse non mantenute, incidenti di percorso, scandali, comportamenti indecorosi e sorprendenti imprudenze. Oggi il maggiore problema italiano è la fine dell'era Berlusconi."

Mi permetterei una sola correzione: sostituire, nel secondo periodo, la parola "Oggi" con l'espressione "Da molti anni".

Per il resto siamo perfettamente d'accordo, ma devo osservare che se illustri e autorevoli commentatori, come lei, fossero arrivati prima a questa conclusione non ci troveremmo ora nella drammatica situazione che è sotto gli occhi di tutti.

In ogni caso ben tornato caro ambasciatore Romano.


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