Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 12 settembre 2011

Nebbia in val padana.

L'omicidio di Cesare Terranova
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]
«Il giudice è quindi solo, solo con le menzogne cui ha creduto, le verità che gli sono sfuggite, solo con la fede cui si è spesso aggrappato come naufrago, solo con il pianto di un innocente e con la perfidia e la protervia dei malvagi. Ma il buon giudice, nella sua solitudine, deve essere libero, onesto e coraggioso
(Antonino Scopelliti)
«Si muore, in genere, perché si è soli.»
                                 (Giovanni Falcone)

Come certamente avrete già letto, il deputato leghista Alberto Torazzi ha dichiarato ai microfoni di Radio Padania:
 «Se, oltre ad avere un ministro dell'Interno padano, avessimo anche i magistrati padani, probabilmente in Padania la mafia non esisterebbe...»
I magistrati:


Emanuele Notarbartolo (nato a Palermo),
Francesco Ferlaino (Conflenti, provincia di Catanzaro),
Pietro Scaglione (Palermo),
Cesare Terranova (Palermo),
Gaetano Costa (Caltanissetta),
Rocco Chinnici (Misilmeri, Palermo),
Antonino Saetta (Canicattì, Agrigento),
Alberto Giacomelli (Trapani),
Rosario Livatino (Canicattì),
Antonino Scoppeliti (Campo Calabro, Reggio Calabria),
Giovanni Falcone (Palermo),
Francesca Morvillo (Palermo),
Paolo Borsellino (Palermo),

tutti vittime della criminalità organizzata hanno ricevuto un degno epitaffio.

Discendenti e parenti, nonché tutti i cittadini onesti del paese, ringraziano il deputato leghista.

Per aver così chiaramente mostrato cosa significhi lo spregio delle istituzioni e il vilipendio dei servitori dello Stato che hanno dato la vita per la sicurezza e la salvaguardia dei loro concittadini.


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