Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 2 settembre 2011

Silvio: "cheese"!

Silvio Berlusconi, interrogato sulle sue intenzioni di lasciare a breve l'Italia - paese da lui definito "di merda" nell'ormai famosa telefonata con Lavitola - fa sapere da Parigi:
"Sono cose dette a tarda sera, magari con un sorriso o in modo paradossale, è una cosa che non esiste".
Va bene Silvio, tranquillo: ti crediamo. 

Non hai in mente nessuna fuga e sprizzi serenità da tutti i pori.

Però, la prossima volta, in ambito internazionale, in occasione della foto di rito, cerca di dissimulare un po' meglio i tuoi sentimenti.

Perché visto così, dai retta, hai proprio l'aria di chi non solo si sente profondamente a disagio, ma ha un'auto che lo aspetta dietro l'angolo.

Col motore acceso.
[Fonte: Ansa]


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