Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 15 settembre 2011

Per qualche sottosegretario in più.


Passi l'abbigliamento naïf sfoggiato in ogni occasione.

Passi l'ideazione e la vendita di gadget personalizzati volti a mitizzare la figura di un "leader" peraltro piuttosto in ombra (perlomeno fuori del contesto regionale).

Passi vederlo in prima linea, da mesi - in modo esponenziale da quando si è aperta formalmente la stagione di crisi di Silvio Berlusconi - a sgomitare per una premiership nazionale che appare oltremodo  improbabile e alla quale (sempre a quanto è dato sapere) sembra credere soprattutto lui.

Passi vederlo in pompa magna, da agosto, al fianco dei "dissidenti" degli enti locali, contro la manovra economica (qualunque versione fosse!) e contro i tagli che a suo dire metteranno in ginocchio la sua regione, la Lombardia.

Passi l'accorato appello al governo di risparmiare agli italiani tagli e sacrifici che non possono permettersi: il tutto abbronzatissimo, con sullo sfondo un mirabolante  yatch ormeggiato a Porto Cervo.

Rileggere però oggi - proprio dopo gli ultimi mesi trascorsi dal Presidente della Regione sotto i riflettori - che il nuovo Statuto d'autonomia della Lombardia (entrato in vigore il 30 agosto 2008) ha consentito al buon Formigoni di nominare la bellezza di 4 (quattro!) sottosegretari alla Presidenza della Regione che costano la bellezza di 1,5 milioni di euro all'anno, beh, come dire, mi sembra che apra lo spazio per aprire una piccola riflessione in merito.

La norma nuova di zecca è prevista dall'art. 25, comma 5 (Funzioni del Presidente della Regione):

[Cliccare sull'immagine per ingrandirla]
Converrete poi che le cose si complicano ancora un po' se ci si comincia a chiedere la necessità di alcuni specifici incarichi "tematici": in primo luogo il Sottosegretario al Cinema, ma direi anche quello dell'Attuazione del Programma. Da riflettere qualche secondo, magari, anche sugli altri due: il Sottosegretario all'Expo e quello dedito all'Attrattività e Promozione del Territorio.

Non so: così, su due piedi, viene da pensare che oltre a protestare a gran voce per i tagli agli enti locali previsti dalla manovra di un paese ad un passo dal default, si potrebbe anche provare a ragionare di qualche taglio ai costi della politica, no?

Questo naturalmente se non è di troppo disturbo per chi sarebbe costretto a mollare poltrone nuove di zecca introdotte da soli 3 anni.

Mica per altro, badate: sempre per quella storia dell'anello al naso.


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