Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.
Link per iscriversi ai feed: http://feeds.feedburner.com/repubblica/KUea

lunedì 3 ottobre 2011

Non leggete quella locandina...

La locandina del corso in questione.

Sul sito dei Club della Libertà è apparsa la pubblicità di un'iniziativa - peraltro lodevolissima - del Club di Avellino. 
E tuttavia, a leggere la locandina promozionale, qualche perplessità sorge spontanea.

Si parla di un corso di 100 ore (di che tipo non è dato sapere: universitario? Un corso di perfezionamento? Accreditato da chi?), extrascolastico, in cui i ragazzi studiano "materie importanti per il proprio bagaglio culturale".

Ebbene, occhio alla denominazione delle materie (la locandina dice proprio "il corso verrà suddiviso e svolto nelle seguenti materie"):
1^ materia: educazione civica; 
2^ materia: storia e approfondimento dell'Irpinia (non storia soltanto, né storia e cultura, né storia e tradizioni, ecc: storia e approfondimento...!);
3^ materia: costituzione (così, senza articolo, senza niente: costituzione e basta. Italiana? Europea? Boh...);
4^ materia: corso di convivenza civile (una materia di un corso si è dunque tramutata in un corso vero e proprio!);
5^ materia: incontri, convegni e seminari con esperti (chissà cosa si studia, nella materia incontri, convegni ecc.: il curriculum degli esperti?)
6^ materia: spiegazione e conoscenza dei tre codici fondamentali (civile, penale, stradale).
 Accidempolina! Ambiziosetta, l'ultima materia. Codice Stradale: 240 articoli spiegati e conosciuti in 5 ore. Impresa piuttosto ardua. Codice Penale: 734 articoli spiegati e conosciuti sempre in 5 ore. Uhm: la questione si complica. Last but not least, Codice Civile: 2969 articoli spiegati e conosciuti sempre in 5 ore. Argh: mission impossible, no?
Non finisce qui.

La locandina recita ancora:
Durante il corso ci saranno approfondimenti, oltre ai docenti da noi proposti, con professionisti, in convegni organizzati alla fine di ogni materia. 
Forse volevano scrivere "oltre che con i docenti da noi proposti, con professionisti...".

Interessante anche notare un lievissimo cortocircuito logico là dove ora si dice che i convegni sono alla fine di ogni materia, mentre poco sopra i convegni stessi costituivano di fatto la 5^ materia del corso!

La locandina chiude così:
A chiusura corso verrà rilasciato un attestato valido come punteggio per il futuro.
Dove la cosa più interessante è che non è il corso a fare punteggio, bensì l'attestato (!), oltre al fatto che non si capisce minimamente di che punteggio si stia parlando, né quali sono i termini dell'accreditamento di un eventuale (quanto improbabile) titolo.

Alberto D'Angerio,
Presidente del Club della Libertà di Avellino
Se poi per caso vi steste chiedendo che cosa "ci azzeccano" le meravigliose Frecce Tricolore su un manifestino pubblicitario di cotanto e cotale livello culturale, posso tentare qualche ipotesi al riguardo.
Il Presidente del Club della Libertà di Avellino è Alberto D'Angerio, classe 1980, e sul suo profilo si legge tra le altre cose che ha "svolto il servizio militare V.F.A presso l’Aeronautica Militare di Brescia fino alla fine di novembre 2003".

Tanto basta per associare l'immagine delle frecce al tricolore?

Per D'Angerio sì, evidentemente. Tanto più che il suo ingresso in politica è avvenuto nel 2009 con una lista detta "d'appoggio al Popolo della Libertà" che ha una qualche affinità tanto con il PdL che con la scia delle Frecce Tricolore, a giudicare dal simbolo:


Merito è libertà.

In questo caso, se proprio vogliamo provare a parlare di merito, consiglierei di aggiungere al programma del corso un paio di materie fondamentali:
  1. Italiano scritto (300 ore);
  2. Logica classica (600 ore, giusto per stare sotto le 1000 ore complessive).
Materie riservate ai soli organizzatori, naturalmente.


Share/Bookmark

Se ti è piaciuto l'articolo, puoi iscriverti ai post per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...