Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 20 ottobre 2011

L'importanza della checklist.


[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

È apparso da poco nelle librerie - per i tipi di Einaudi - Checklist, come far andare meglio le cose, un libro davvero interessante.

L'autore è un chirurgo indiano di Boston, il dottor Atul Gawande e il libro - il cui titolo originale è Checklist Manifesto - in America è già un bestseller.

Il nostro chirurgo sostiene una tesi decisamente intrigante: in un mondo estremamente complesso continuiamo a perderci nelle cose semplici.
Nelle situazioni più difficili, infatti, gli errori più frequenti si commettono proprio nelle procedure semplici.

Questi errori, che possono avere esiti drammatici -  in una operazione chirurgica, nella gestione di un pozzo di petrolio, in una emergenza in volo, per fare alcuni esempi - potrebbero essere evitati se solo ci affidassimo sempre ad una procedura assolutamente efficace: la checklist, la lista di controllo.

L'uso regolare di una lista di controllo può aiutarci anche in molte situazioni della vita quotidiana - che per tutti è diventata estremamente complessa - e se leggerete il libro ve ne convincerete senz'altro.

Naturalmente le checklist sono particolarmente utili nei lavori di squadra ed è per questo che Gawande - che vanta tra i suoi fan addirittura Barack Obama, il quale ha citato le sue teorie per promuovere la riforma sanitaria - auspica che i politici sposino i valori che sono contenuti in una checklist:
- l'umiltà: riconoscere che chiunque può sbagliare (anche tu!) quale che sia la sua esperienza;
- la disciplina: sapere che puoi evitare l'errore facendo la stessa cosa ogni volta nello stesso modo;
- il lavoro di squadra: chiunque può salvarti dall'errore se glielo permetti.
"Se questa generazione vuole cavarsela al meglio con la complessità farà bene a mettere giù qualche checklist, anziché solo playlist dell'iPod"
ha dichiarato in una intervista* il dottor Gawande.

Quanto ai politici nostrani che dire?

Non so se il Premier sia solito ricorrere all'ausilio di una checklist.

Ma credo di sapere con sicurezza quale voce vi figurerebbe al primo posto se ne compilasse una.
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*Pubblicata su D di Repubblica (10 settembre) a cura di Laura Piccinini


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