Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 7 ottobre 2011

L'uomo sbagliato nel posto sbagliato.

Il funerale delle 5 donne morte a Barletta (via Tmnews)

Dopo anni di promesse relative ad un salvifico quanto chimerico Piano per il Mezzogiorno (ricordate i 5 punti del settembre dello scorso anno?), nel giorno in cui l'Italia piange le cinque vittime di Barletta - una ragazzina di quattordici anni e quattro operaie che lavoravano in nero a meno di 4 euro l'ora - Silvio dei Miracoli ha trovato il modo di: 
1. Scherzare sulla denominazione di un nuovo partito chiamato Forza Gnocca
2. Intrattenere alla Camera adepti e pasdaran con le sue insulse barzellette.
Ho sperato (sì: nonostante tutto, ancora gli dò chances, lo confesso) che almeno avesse salvato la forma con un messaggio ufficiale della Presidenza del Consiglio.

Niente. Silenzio. Nemmeno una riga di cordoglio.

In tal senso, il Presidente Napolitano, nel vuoto etico e politico sempre più spalancato dal Sire di Arcore, è l'unico ed ultimo baluardo che riesca ancora a difendere il buon nome delle istituzioni.

Ditemi quello che volete: io non voglio crederci.

Che esista ancora una sola persona che ritenga Silvio Berlusconi degno di rappresentare questo paese.


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