Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 1 ottobre 2011

Quell'insostenibile pesantezza dell'essere.



Ebbene sì, è accaduto davvero.

In una quinta elementare di Potenza hanno scattato due foto ricordo diverse: una 'reale', nella quale compaiono tutti i bambini della classe, compresa una bimba down con la sua maestra di sostegno; un'altra senza la bimba down (ma con maestra di sostegno)... hai visto mai una volta a casa si volesse optare per incorniciare la foto più esteticamente valida, rassicurante, "normale".

Nessuno potrà distogliermi dal pensare che in un paese dove accade questo, c'è un lavoro immane da fare.

Sulla cultura, sulla sensibilità, sul buon senso.

Sull'umanità, soprattutto.

E dal momento che il sindaco di Potenza, Giuseppe Castronovo, ha tentato di minimizzare parlando di una "leggerezza", direi anche sull'intelligenza (nel senso etimologico del termine).

E non voglio aggiungere altro.


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Commentare (1)

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Se fosse stata un'iniziativa personale della maestra...sarebbe necessario un ritiro spirituale con annesso di corso di pedagogia e psicologia e con esame finale di idoneità. Se fosse stata una richiesta delle famiglie...allora non ci rimane che dire che "la mamma degli imbecilli è sempre incinta". Se la disposizione fosse venuta dall'alto...licenziamento in tronco!

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