Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 5 ottobre 2011

Botta e risposta.

Prima pagina di Libero di oggi:


E a pagina 2  l'outing del Premier:

[Immagine via Wil]
Amanda Lear

Secca la replica della Lear:
Falsità. Trovo ridicolo essere chiamata in ballo dal Premier per aver fatto un programma che si chiamava "W le donne". A me sono sempre piaciuti gli uomini e non sono mai stata indagata da alcun PM per questo.
Silvio risponde:
Io travisato. Mi riferivo a Knox.
La Lear chiosa:
Mai stata a Fort Knox e mai amato i lingotti. Anche per questo, a suo tempo, disertai il discorso di Veltroni a Torino.
Quando si dice l'incomunicabilità...


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