Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 24 marzo 2011

Il Berlusca addolorato e l'Annunziata senza senno.



Se per caso vi fosse sfuggito, pare che Silvio Berlusconi abbia dichiarato:
«Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente».
 Lucia Annunziata, al riguardo, ha commentato nel programma Nove in punto di Oscar Giannino, su Radio 24:
«Non sono una simpatizzante di Berlusconi ma trovo che sia bella la frase di Berlusconi. Perché si capisce che l’uomo ha le sue cose, i suoi sentimenti, ha tutto un suo giro di opinioni che è molto indipendente dalla strumentalizzazione della politica. Questa cosa spontanea di Berlusconi mi è sembrata la cosa più bella della nostra politica».
Tralasciando l'italiano incerto, le circonlocuzioni bizzarre e le metafore inappropriate (L'uomo ha le sue cose? Ha un suo giro di opinioni indipendente?!), si resta davvero basiti dinanzi ad una dichiarazione che si fa beffe di oltre un secolo di studi psicologici e, in barba ad ogni elementare principio logico-deduttivo, attribuisce al soggetto senziente (Berlusconi) una pietas squisitamente paradossale.

E sì che non dovrebbe essere necessario un Master in Psicologia per intuire cosa si cela dietro ad una personalità - quella del nostro Premier - in grado di esprimere sentimenti simili.

Da che mondo è mondo, difatti, il contesto dà luce ad un testo (nella definizione stessa di contesto si dice comunemente che esso "insieme ad un testo genera il significato").

Il contesto, appunto.

Dinanzi ad un popolo oppresso dalla dittatura e costretto a morire per sperare nella libertà (un popolo della libertà, insomma)...

... Dinanzi ad una guerra appena scoppiata, dove la vittima principale è naturalmente la popolazione libica...

... Ebbene, dinanzi a tutto ciò, l'empatia di Silvio Berlusconi è tutta per il carnefice.
L'immedesimazione è col dittatore.
Il role-taking non avviene in favore degli oppressi, ma dell'oppressore, l'amico e collega Gheddafi.

Per Lucia Annunziata, il consiglio è di essere molto più prudente e avveduta nei commenti a caldo (anche perché se questa dovesse davvero essere "la cosa più bella della nostra politica" - !!! - faticherei ad immaginare la più brutta).

Per quel manipolo di dissennati che ancora dubitano che l'Unto del Signore abbia qualche problemino nel pensare ad altri che non siano se stesso, un bel viaggio premio per la luna.

Dov'è conservato, come scrisse magistralmente l'Ariosto, il senno che gli uomini smarriscono.
Altri in amar lo perde, altri in onori,
altri in cercar, scorrendo il mar, ricchezze;
altri ne le speranze de' signori,
altri dietro alle magiche sciocchezze;
altri in gemme, altri in opre di pittori,
ed altri in altro che più d'altro aprezze.
Di sofisti e d'astrologhi raccolto,
e di poeti ancor ve n'era molto...
(Orlando Furioso, XXXIV, 85).
Fate presto, dunque.

Perché la sabbia della clessidra corre.

E il tempo, oramai, sta per scadere.



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