[Il Prof. Woland per la Città Invisibile]
Oggi vorrei che tutti ci fermassimo un attimo.
So che è difficile, so che a molti sembra impossibile: di ognuno di noi si potrebbe ripetere ciò che diceva Giolitti di Mussolini “il fascismo è come una trottola, se si ferma cade”.
Ma oggi dobbiamo farlo. Perché dobbiamo tentare di ridare un senso alla vita uscendo dalle penose polemiche che animano il nostro paese. Vorrei che ci fermassimo tutti per capire che l’uomo può essere anche straordinario. Che gli eroi non si sono estinti con i grandi poemi di Omero o di Virgilio.
Gli eroi abitano ancora in mezzo a noi.
In questo preciso momento in Giappone, a Fukushima, 50 tecnici sono rinchiusi all’interno di una centrale nucleare. Sono tutti consapevoli di andare incontro a morte certa: il loro destino sarà verosimilmente, come accadde a Černobyl, quello di essere seppelliti in un sarcofago di cemento armato.
Nessuno di loro si è tirato indietro: come samurai in un film di Kurosawa, affrontano la morte, con la dignità che forse solo gli orientali posseggono, nel tentativo di salvare il loro paese.
Questi eroi fanno sentire piccoli piccoli noi che vendiamo la nostra coscienza per una piccola prebenda; noi compatrioti di quel Guicciardini che affermava che l’indole naturale dell’italiano è “seguire il suo particulare”.
Fermiamoci. Entriamo anche noi, sia pure virtualmente, in quella centrale. Rendiamo omaggio a questi eroi cercando di vivere in maniera più degna.
Tra pochi giorni in Giappone si celebrerà Hanami, la festa dei ciliegi. Sakura, il fiore di ciliegio, rappresenta l'anima del Giappone: la delicatezza, la caducità di quel fiore sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della bellezza dell'esistenza.
Ciascuno di questi eroi è un sakura: in futuro nessun uomo potrà più guardare un fiore di ciliegio senza rivolgere loro un pensiero riconoscente e chinare rispettosamente il capo.
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