[Il Prof. Woland per la Città Invisibile]
Oggi vorrei che tutti ci fermassimo un attimo.
So che è difficile, so che a molti sembra impossibile: di ognuno di noi si potrebbe ripetere ciò che diceva Giolitti di Mussolini “il fascismo è come una trottola, se si ferma cade”.
Ma oggi dobbiamo farlo. Perché dobbiamo tentare di ridare un senso alla vita uscendo dalle penose polemiche che animano il nostro paese. Vorrei che ci fermassimo tutti per capire che l’uomo può essere anche straordinario. Che gli eroi non si sono estinti con i grandi poemi di Omero o di Virgilio.
Gli eroi abitano ancora in mezzo a noi.
In questo preciso momento in Giappone, a Fukushima, 50 tecnici sono rinchiusi all’interno di una centrale nucleare. Sono tutti consapevoli di andare incontro a morte certa: il loro destino sarà verosimilmente, come accadde a Černobyl, quello di essere seppelliti in un sarcofago di cemento armato.
Nessuno di loro si è tirato indietro: come samurai in un film di Kurosawa, affrontano la morte, con la dignità che forse solo gli orientali posseggono, nel tentativo di salvare il loro paese.
Questi eroi fanno sentire piccoli piccoli noi che vendiamo la nostra coscienza per una piccola prebenda; noi compatrioti di quel Guicciardini che affermava che l’indole naturale dell’italiano è “seguire il suo particulare”.

Tra pochi giorni in Giappone si celebrerà Hanami, la festa dei ciliegi. Sakura, il fiore di ciliegio, rappresenta l'anima del Giappone: la delicatezza, la caducità di quel fiore sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della bellezza dell'esistenza.
Ciascuno di questi eroi è un sakura: in futuro nessun uomo potrà più guardare un fiore di ciliegio senza rivolgere loro un pensiero riconoscente e chinare rispettosamente il capo.
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Lisa · 733 settimane fa
anche sottolineare con tanta accorata poesia, come lei ha fatto, il sacrificio di questi uomini ci può rendere straordinari.
Grazie. Con stima e affetto
LISA
Luigi · 733 settimane fa
Questa storia mi ha commosso profondamente. Forse perche sono anch'io un uomo. Forse perchè credo che il loro sacrificio sia il più difficile da compiere. Abbandonare la vita e tutte le persone che si conosce per poterle salvare.
Il popolo giapponese merita tutto il mio rispetto. Ora più che mai.
Spero che i 50 bushi -guerrieri- che affrontano il grande demone radioattivo possano essere ricordati per sempre como valorosi eroi, così come i 300 spartani che si batterono alle termopili.
Vivrete sempre nei nostri ricordi.
Luigi_Bruschi 54p · 733 settimane fa
grazie per l'accorato commento.
Il Prof. Woland ed io crediamo davvero che questi gesti rappresentino il simbolo più alto dell'amore degli uomini per la vita: donare la propria a favore di quella degli altri significa coglierne l'essenza più profonda e vera...
LB
Patrizia · 733 settimane fa
Prof_Woland 59p · 733 settimane fa
non a caso il nostro blogmaster ci ricorda l'invito di Italo Calvino:
"cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".
Altro non saprei aggiungere.
W
Prof_Woland 59p · 733 settimane fa
grazie per la sua affettuosa partecipazione.
W