Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 13 marzo 2011

Glielo vogliamo dire alla Lega?




Da circa una settimana, nel Friuli Venezia Giulia, è operativo il servizio Dillo alla Lega, già ribatezzato come lo sportello anti immigrati: chiunque può rivolgersi ad un numero, mai così verde, se ritiene che i suoi diritti di cittadino di pura razza padana siano stati lesi da un qualche essere umano evidentemente considerato di serie B. 
Questo capolavoro di politica sociale lo si deve a Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega in Consiglio Regionale.

Voglio dirlo chiaramente: l'abietta deriva xenofoba e razzista che la Lega continua ad alimentare nelle regioni del nord Italia assume ogni giorno di più i connotati di una regressione civica e culturale che, se non riusciremo ad arrestare, sarà sempre più difficile da ridimensionare.

A Roma, nel frattempo, nel quartiere Salario, una donna di 30 anni ha trovato ieri per la strada 700 euro in banconote da 50.
Sulle prime ha pensato che le banconote fossero dei fac-simile. Quando si è accorta che erano autentiche, ha chiamato il 113.

La donna è un'immigrata. Viene dall'Ecuador.

In attesa che venga attivato un numero per le segnalazioni positive riguardanti l'integrazione degli stranieri nel nostro paese, forse potremmo segnalare l'episodio citato allo stesso sportello della Lega aperto nel Friuli.

Dirlo alla Lega, insomma.

Tanto per battere un colpo, per far capire che ci siamo anche noi.

E che quelli con l'anello al naso non sono certo gli immigrati.

Da martedì a giovedì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, potete dirlo alla Lega componendo uno di questi numeri: 040 3773269, 040 377 3277, 040 3773239.

Io, martedì, lo farò.


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