Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 12 marzo 2011

Qui Radio Londra: Giuliano Ferrara e l'ipocrisia svelata.

Una vecchia storia, che viene da lontano...


[Il Prof. Woland per la Città Invisibile]

Edward Nicolae Luttwak, il celebre economista e saggista statunitense - non certo di sinistra - ha dichiarato nella trasmissione televisiva Ballarò
“Dal punto di vista delle regole democratiche, quando viene scoperto che la vita privata non aderisce alle norme dell’ipocrisia democratica – un modo di avere un livello di virtù pubblica – tutti danno le dimissioni subito. In democrazia il politico deve rispettare gli elettori, quindi deve mantenere a livello pubblico un comportamento che non urti i suoi elettori, quindi se ha una vita privata differente (non virtuosa: nota dell’autore) deve tenerla segreta, avere un velo di discrezione. L'ipocrisia è il dovere che in democrazia si deve dare alla virtù per dimostrare rispetto ai cittadini”.
Il Foglio aveva riportato questa dichiarazione integralmente. 
Ma evidentemente il suo direttore Giuliano Ferrara non condivide il parere dell’opinionista americano. 

Ha dichiarato infatti che con la sua imminente trasmissione Qui Radio Londra spera “di far polemica e di rompere la cappa di ipocrisia”.

Temo che non si sentisse davvero la necessità che il valente giornalista si accollasse la briga di questo delicato ufficio (pagato tra l'altro da noi cittadini più di 3000 euro ogni 5 minuti di trasmissione).

Avremmo di gran lunga preferito che, seguendo il monito di Luttwak, il velo di ipocrisia, per carità di patria, non venisse sollevato. 

Perché se è vero che il cittadino si aspetta dal politico la virtù e non il vizio; se è vero che il vizio si può tollerare se ben celato (nisi caste tamen caute); quel che è davvero intollerabile è che venga esibito come un vanto.


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Commenti (6)

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Oramai siamo ai salti carpiati con triplo avvitamento! I mascheramenti ipocriti di Berlusconi&Co. diventano oggetto di uno svelamento dell'ipocrisia alla rovescia!!!
Più subdolo di così!!
V.
Cara V,
purtroppo ancora per un po' i salti carpiati con triplo avvitamento dovremo farli noi cittadini.
Spero comunque che cali al più presto il sipario su questa pessima rappresentazione.
ho seguito anche stanotte l'ennesimo preziosissimo contributo del pennino che Ferrara intinge magister-sapientuccio, ma profondo, libero, efficace, brillante e lucidissimo, nei miasmi del magma di st'ammuffimento de baracca di storia (uccia) e della nostra vicenda presente (il rapporto tra giustizia, politica, dirigenza d'enti pubblici - con una magistratura (crassaperi e pratiche sado-lesbo-ninfosuicidoteratogene ) ed una combriccola giornalistica (ipofreniconevroticonanistica pedo-pedestre),
più meretricioeteree schiere di protesi dentarie dandiniche o di svariati dismorfismi labioleporinicopariettici che, come le "Historiae" (sic) del team Camera-Fabietti o le filosoFanti caligini vattimiane e lamacchiane, tutte dicevo tali calamità vanno accuratamente evitate, magari con pratiche esorcistiche ed in extremis anche con drammatizzaz. di letargie ben simulate di marca involutiva, o trasformando le sopraenunciate pesti di errori e vizi ammorbanti in semplice utile e più innocua biomassa (magari per marchionmascalzonesca economia se potrebbe all'uopo riconvertire qualche impiantuccio in quel di auscwitz o baden ecc ecc.).
Tanto per trarre in salvo noi ma quel che più importa, le c.d. giovani generazioni dalla devastazione che le anzidette consociazioni arrecano a cultura, conoscenza, coscienza e storia. Purtroppo il Ferrarico verbo è specie in estinzione e dovrebbe da noi tutti ritenersi risorsa preziosa e gelosam. considerATA invendibile. Perchè poi questi sapidi vaporucci critici non vengono trasmessi in fasce orarie di più vasta audience, tra uno sbaldraccamento in reality e l'altro?
Susatemi e Grazie A. Viscanti

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