Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 7 aprile 2011

Un'arte raffinata e perversa. Oltre che indegna.

Un'eloquente rappresentazione di Bruno Caruso.

Slittamento contestuale.

E poi deprivazione semantica e risemantizzazione.

Queste le operazioni che sostanziano l'arte del ribaltamento della realtà messa in atto in modo sistematico da Berlusconi e soci per alterare, a proprio piacimento e con uno scopo ben preciso, la verità dei fatti.

Un'arte raffinata e perversa. Oltre che indegna.

Lo slittamento contestuale è quel procedimento per cui, proditoriamente, si sposta  il ragionamento su un altro piano, un altro contesto appunto, per ottenere un effetto di straniamento che sembra chiudere la partita.
Metto su un colossale giro di escort? E allora? A casa mia faccio quello che mi pare.
Organizzo un giro immenso di prostituzione in qualità di Presidente del Consiglio? Beh, lavoro come un matto tutto il giorno, mi dovrò pur svagare, no?
Dò un'intera palazzina a decine di prostitute di cui sono utilizzatore finale? Ovvio, sono un animo buono: aiuto i bisognosi.
Offro posti di rilevanza politica alle donne che frequentano i miei festini privati? E allora? Se sono in gamba e trovo loro lavoro, non ci guadagnano tutti?
Chiamo la questura per far liberare la minorenne animatrice dei miei festini? E certo: mi avevano detto che fosse nipote di Mubarak, volevo evitare l'incidente diplomatico.
Questo è lo slittamento contestuale: si sposta il focus dell'obiettivo (anche mentendo, naturalmente) e tanti saluti a reati, scandali e infamie varie.

Poi c'è la deprivazione semantica: è lo svuotamento di significato di termini, situazioni, concetti, valori; e la risemantizzazione è quando allo svuotamento segue l'attribuzione di un nuovo significato, per far diventare fatti o circostanze da negativi a positivi.
Festini erotici? Macché: cene eleganti.
Prostitute? Ma va: giovani amiche; animatrici semmai. Alcune, poverine, samaritane (Giuliano Ferrara su Ruby, Qui Radio Londra).
Inorridire davanti al comportamento amorale e contro la legge del Premier? Essere moralisti da quattro soldi.
Leggere le intercettazioni del Premier? Guardare dal buco della serratura.
Bunga bunga rituale hard? Ma no: una vecchia barzelletta.
Eccetera, eccetera.

Sia ben chiara una cosa. Questa sistematica falsificazione della realtà, per riuscire, ha bisogno di due ingredienti fondamentali: ideatori ed esecutori da un lato e creduloni dall'altro.

Senza un intero esercito di prezzolati, tutto questo non potrebbe mai accadere: costruttori della nuova realtà, ingegneri edili delle panzane, architetti del nuovo mondo alla rovescia, centinaia di professionisti pagati profumatamente per alterare, distogliere l'attenzione, gettare fumo negli occhi.

Un immenso stuolo di truppe cammellate, dal parlamento, alla televisione, alla carta stampata, asservite ad un unico scopo: la sopravvivenza politica di Silvio Berlusconi.

Solo così diventa possibile trasformare tutto nel contrario di tutto, alla faccia del conflitto di interessi.

Poniamo che uno voglia, per assurdo, risemantizzare il bunga bunga.

Cosa potrebbe fare?

Mah, ad esempio potrebbe lanciare una canzone tormentone!
Che ovviamente avrebbe come tema festini innocenti, con danze, canti e karaoke: di sesso nemmeno l'ombra.

Ideona, no?!
Ma come realizzare il tutto?

Beh, non sarebbe poi così difficile, forse, se si disponesse di una casa discografica compiacente.
Guarda caso da qualche anno le maggiori case discografiche lavorano con Mediaset, grazie alla massiccia partecipazione nella trasmissione Amici di Maria de Filippi.

Poi naturalmente non dovrebbe mancare il sostegno di un'agenzia pubblicitaria. 
Publitalia potrebbe bastare?

Infine, a cantarla - senti la genialata - potrebbero addirittura essere proprio alcune partecipanti al Bunga Bunga vero!

Musica? Di Mariano Apicella!

Parole? Ma di Silvio Berlusconi, naturalmente!

Pensate sia un esempio inventato? Scommetto che lo sperate, almeno.

Ebbene, non lo è affatto. 

La canzone sta per essere lanciata davvero.

Da Marysthell Garcia Polanco (l'Olgettina girl con la cantina piena di droga) e Aris Espinoza, due delle samaritane delle cene eleganti.

Titolo? Vamonos al Bunga Bunga
Giuro: lo ha annunciato la stessa Polanco ieri, nella trasmissione radiofonica Un giorno da pecora.

Questa è l'Italia di Silvio Berlusconi, il nostro Presidente del Consiglio accusato di concussione e prostituzione minorile.

Un'Italia, perdonatemi, che non sarà mai la mia.

E di fronte alla quale l'unica arma contro l'arte della menzogna è continuare a gridare, sempre più forte, la verità.


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