Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 9 aprile 2011

Il Presidente Napolitano e il venticello della calunnia che spira da Libero.

Belpietro e Feltri: licenza di uccidere.

Il Presidente Napolitano fa ombra a Berlusconi?

Il Capo dello Stato bacchetta spesso e volentieri il Governo?

Ci pensa il duo delle meraviglie: i moschettieri dell'infilzata gratuita, Feltri e Belpietro.

La macchinina (giocattolo, in questo caso) del fango colpisce come può. 

L'importante, naturalmente, è farlo mentendo.

E' così che Libero ha regalato oggi ai suoi lettori un pezzo dal titolo eloquente: "Il Colle scopre il problema immigrati" e sopra l'occhiello "Ripensamenti tardivi".

Tesi: il Presidente Napolitano aveva sottovalutato il problema immigrati.

Dimostrazione
«Bisognare stare uniti». Questo l'appello lanciato ieri dal presidente Giorgio Napolitano, che sulle politiche per l'immigrazione, a differenza di quello che aveva detto a fine febbraio in Germania, dove aveva invitati tutti «a non cedere ad allarmismi e vittimismo», ha auspicato «scelte più coese» a livello europeo.
La proposizione, come si vede, difetta di logica già di suo, senza grandi approfondimenti, visto e considerato che non si capisce come auspicare scelte più coese a livello europeo costituisca un'inversione di rotta rispetto all'invito ad evitare allarmismi.

Ma andiamo invece ad approfondire, cercando di capire il contesto delle affermazioni del Presidente Napolitano.

Ecco il lancio dell'Ansa del 25 febbraio:
(ANSA) - BERLINO - Sull'emergenza immigrazione dovuta alla crisi nel Maghreb ''bisogna non cedere a vittimismi e allarmismi'': lo dice il presidente della Repubblica, Napolitano, ribadendo ''l'esigenza di una forte solidarietà per far fronte a questa emergenza". Il capo dello Stato auspica che quanto accade sia una scossa per l'Ue: ''L'importante e' che dall'Ue arrivi un forte messaggio politico di disponibilità a cooperare per lo sviluppo dell'area del Mediterraneo ed in tema di immigrazione''.
Come si vede, le parole del Presidente sono accostate a concetti quali "emergenza" e "cooperazione della Ue", esattamente come nelle dichiarazioni di oggi.

Nessuna inversione di rotta, dunque.

Cosa c'era, tuttavia, dietro al richiamo del Presidente di non cedere a vittimismi e allarmismi?

Basta ripescare la prima pagina della Padania relativa proprio al 25 febbraio scorso, giorno delle dichiarazioni di Napolitano "incriminate".

Eccola qua:



Come si vede chiaramente, il Ministro Maroni si era dunque lanciato, scompostamente, in un allarmismo parossistico quanto inutile, dando in pasto ai media preoccupazioni, appunto, "allarmanti" e per di più, in un momento molto delicato, anche pericolose, in quanto capaci di soffiare sul fuoco delle ansie dell'opinione pubblica.

Ed ecco, puntuale, il richiamo del Presidente Napolitano a mantenere la calma e la lucidità necessarie a fronteggiare al meglio l'emergenza.

Diciamolo senza mezzi termini: il pezzo di Libero è disinformazione allo stato puro

Giornalismo approssimativo e fuorviante. 

Oltre che un goffo, quanto indegno tentativo di indebolire la figura del Capo dello Stato, l'unico davvero autorevole in questi ultimi tempi di totale inconsistenza del Capo del Governo Berlusconi.

E proprio qui sta il punto.

Il Presidente Napolitano sta evidentemente diventando scomodo e ingombrante. Troppo influente (specie sull'opinione pubblica).

E allora i media vicini al Premier si organizzano, per colpire, insinuare, indebolire.

Compiendo, come direbbe qualcuno, nient'altro che un uso criminoso dell'informazione a mezzo stampa.

Meditate, gente, meditate...


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