Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 22 aprile 2011

A Napoli, questa la chiamano "la Pasqua della monnezza".

(Fonte A.Scolamiero via CorrieredelMezzogiorno.it)


Mentre larga parte del governo, insieme con i 314 dell'Ave Maria (i deputati che alla Camera votano come un sol uomo), è assiduamente impegnata, 24 ore su 24, nell'assistenza alla personalissima guerra dichiarata da Silvio Berlusconi alla magistratura che attenta alla sua libertà e agli organi istituzionali che sbarrano la strada alla sua impunità, continua - che si sappia - il dramma di Napoli sommersa dai rifiuti.

Lunedì scorso era scattato il piano Pasqua pulita, che nelle intenzioni della Iervolino avrebbe dovuto far trascorrere ai napoletani una Pasqua senza rifiuti.

Il piano è miseramente fallito: ancora 1200 tonnellate di rifiuti intasano le strade della città.

Solo stanotte, 40 sono stati gli incendi domati dai Vigili del Fuoco.

Dai roghi, nuvole di diossina.

Non so, ho l'impressione che di questa vicenda si parli sempre troppo poco.

Mentre a me sembra uno dei più grandi simboli di inciviltà e di arretratezza - oltre che di malgoverno - del nostro paese, in questo preciso momento storico.

Oltre che uno dei fallimenti più evidenti di quella politica dell'immagine che rappresenta, fin dal 1994, Silvio Berlusconi.

Altro che "governo del fare": questo è nient'altro che il governo dell'apparire.

Ma uno spot non salverà l'Italia.

Come non sta salvando Napoli.


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