(Foto di Ettore Ferrari, via Ansa) |
Ancora una volta abbiamo rimediato la nostra bella figuraccia internazionale.
Tale direttiva, inspirata al massimo rispetto della persona, definisce con precisione la procedura da applicare al rimpatrio dei cittadini di paesi terzi.
Il legislatore italiano si era distinto per il solito pasticcio.
Il decreto legge 286/98 già conteneva una serie serie di disposizioni* 'fantasiose' in contrasto con la direttiva europea. Ma, per non farsi mancare niente, nel cosiddetto pacchetto di sicurezza (Legge 15 luglio 2009, n. 94) il legislatore aveva poi introdotto tre diversi delitti di clandestinità che prevedevano la reclusione da un minimo di sei mesi ad un massimo di cinque anni.
Tale reato di clandestinità, subito bocciato dal CSM, aveva gettato scompiglio negli ambienti giudiziari dal momento che, prevalendo il diritto dell’Unione Europea sul diritto nazionale, l’incompatibilità della norma con la direttiva europea era manifesta.
Ora, dunque, arriva la sacrosanta e prevista bocciatura.
Di che ci lamentiamo? Non faremmo meglio a tacere?
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